Cultura

Gli eroi super ma realistici di Stan Lee

In libreria da pochi giorni la biografia del genio della Marvel

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 13 NOV - "L'idea geniale che Stan Lee aveva applicato ai fumetti, e che lanciò l'età d'oro della Marvel, era fondata sul modo in cui i personaggi parlavano, i loro sentimenti e le situazioni realistiche che si trovavano ad affrontare. L'equazione sembrava quasi troppo semplice: se i supereroi potevano essere come te, tu potevi essere come un supereroe". Lo scrive Bob Batchelor in 'Stan Lee - Il padre dell'universo Marvel', la biografia edita da Leone Editore e uscita in libreria l'8 novembre scorso. Stan Lee, morto ieri a 95 anni a Los Angeles, ha rivoluzionato l'industria del fumetto mondiale inventando, insieme a Steve Ditko e Jack Kirby, personaggi entrati nell'immaginario collettivo come l'Uomo Ragno, l'Incredibile Hulk, Iron Man e gli X-Men. Oltre che per il suo ruolo di creativo, Lee è ricordato dalle generazioni più giovani anche per i molteplici camei nei colossal dell'Universo cinematografico Marvel.
    Nella biografia, Batchelor ripercorre "il processo che ha portato i fumetti a diventare un medium più rispettato e che ha fatto diventare la Marvel uno dei brand più famosi al mondo", facendo di Lee "una delle icone creative più importanti della storia statunitense contemporanea".
    Il libro, 288 pagine con inserto fotografico a colori, contiene anche immagini originali, come Stan Lee in uniforme militare durante la Seconda guerra mondiale. "Sceneggiavo video di addestramento, scrivevo copioni, realizzavo manifesti, scrivevo manuali d'istruzioni" racconta Lee nella biografia, ricordando poi "il compito più bizzarro": la creazione di manifesti contro le malattie veneree rivolto alle truppe in Europa. Prese in considerazione molti esempi, fino a quando capì che il messaggio più semplice sarebbe stato anche il più efficace: "VD? Not me!" ("Malattie veneree? Non per me!"). "Ai superiori di Lee - scrive Batchelor - piacque, così una marea di manifesti venne spedita oltreoceano. Quel manifesto forse è uno dei lavori più visti che Lee abbia mai creato, ma anche quello più apertamente ignorato". (ANSA).
   

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