Cultura

Book Pride, quando la Realtà Aumentata è letteratura

Chiusa a Milano la fiera dell'editoria indipendente, 35mila i visitatori

Redazione Ansa

   In un mondo sempre più proiettato verso le sollecitazioni sensoriali della cosiddetta 'Realtà Aumentata', la letteratura può riscoprirsi motore altrettanto virtuale ma infinitamente più creativo "perché utilizza la forza immaginifica dei 'Viventi', la loro capacità di trasfigurare oggetti, esperienze e storie". E' questo il pensiero di Giorgio Vasta, primo direttore artistico di 'Book Pride', la fiera dell'editoria indipendente che si è tenuta dal 23 al 25 marzo, a Milano nello Spazio Ansaldo-Base e al Mudec. Oltre 200 incontri, 162 editori indipendenti e 35mila visitatori sono i numeri della quarta edizione.
    Un taglio culturale che quindi celebra "Tutti i viventi, non solo in quanto appartenenti ad un ciclo vitale - spiega il neo direttore, 48 anni, palermitano, sceneggiatore dei film di Emma Dante - ma come interpreti della realtà, animata e inanimata, capaci di trasfigurare un oggetto, un concetto, una trama. La letteratura dilata la vita vissuta e rende vivo ciò che non lo è: ecco il senso dei dialoghi e degli eventi declinati intorno a tre figure dell'immaginario collettivo come Pinocchio (il legno che diventa bambino), Frankenstein (la materia morta che prende vita) e Orlando di Virginia Woolf, con la trasmutazione da uomo a donna del protagonista.

    Un esempio di questo continua rimodellamento della realtà letteraria è anche l'iniziativa 'Piccoli Maestri', che ha visto gli studenti di quattro istituti protagonisti a Book Pride. I ragazzi, nell'ambito di un progetto più vasto che ha visto noti autori di libri andare nella loro scuola a parlare di un romanzo, li hanno poi rielaborati secondo i loro registri comunicativi, e li hanno raccontati in pubblico. A farlo gli studenti e i professori del Liceo Leonardo di Milano, dei licei Frisi e Mosé Bianchi di Monza e del Greppi di Monticello Brianza. Ne sono emerse formulazioni inedite, con Madame Bovary di Flaubert che racconta le sue pene d'amore su Facebook e Istagram, o un dialogo a partire dai racconti di Buzzati che contiene narrazioni sia letterarie sia filmiche, una quasi necessità per alcuni studenti che faticano sui testi lunghi.
    L'elaborazione letteraria può però coinvolgere anche aspetti fisici: come in 'Carta, inchiostro, colore', tre lezioni d'autore per parlare del libro come oggetto materiale: la carta, la sua grammatura e la sua genesi; l'inchiostro, con la storia dei caratteri, l'evoluzione della grafica raccontata da un editore di nicchia che lavora ancora con i caratteri mobili; e il colore, visto con gli occhi di un noto art director. Tanti modi di scomporre e ricomporre la realtà e di usare l'immaginazione, che anche nell'era dei social rimane indubbiamente il più potente processore mai inventato.

  "A inaugurare Book Pride venerdì 23 marzo - spiegano gli organizzatori - è stata 'A tutela di tutti i viventi', una conversazione con Marco Belpoliti, Helena Janeczek, Nicola Lagioia e Antonio Scurati, moderati da Giorgio Vasta, durante la quale si è concentrata l'attenzione sul neofascismo italiano – sempre più sottile, pervasivo, persuasivo – e su quell’antifascismo, radicale e irrinunciabile, che è tutela di tutti i viventi".

   Fra gli ospiti stranieri più prestigiosi hanno presenziato Laurent Binet che ha presentato 'La settima funzione del linguaggio' (La nave di Teseo), thriller con protagonisti Umberto Eco e Roland Barthes (sabato 24 marzo, ore 18); l’olandese Frank Westerman, che ha parlato del suo ultimo libro 'I soldati delle parole' (Iperborea), un’indagine sul potere della parola di fronte a quello della violenza e del terrorismo (sabato 24 marzo, ore 19); Emma Glass che ha discusso del suo perturbante romanzo d’esordio, 'La carne' (Il Saggiatore) (domenica 25 marzo, ore 18); Régis Jauffret, fra le voci più importanti della letteratura francese contemporanea, che ha presentato 'Cannibali' (Clichy), un romanzo che racconta la follia dell’amore, la fame che ne abbiamo e dipinge “il più detestabile ritratto di maschio di tutta la letteratura” (venerdì 23 marzo, ore 17).

   Fra gli autori italiani c'erano Walter Siti con il suo nuovo saggio 'Pagare o non pagare' (Nottetempo), (sabato 24 marzo, ore 16); Corrado Stajano con 'Patrie smarrite' (Il Saggiatore), diario che è insieme memoria intima e narrazione civile, con l’assillo di quel grande enigma che è il carattere italiano (sabato 24 marzo, ore 12); Guido Viale, autore di 'Slessico famigliare' e Il 68 (Interno 4), sul logorio delle parole della politica causato dalla cultura mainstream e su quello che è accaduto nei cinquant’anni che separano il 1968 dal 2018 (sabato 24 marzo, ore 17); Gianrico Carofiglio che, a partire da 'Con i piedi nel fango' (Gruppo Abele), ha dissertato della difficile arte della politica, che è stare insieme fra diversi cercando di migliorare il mondo (sabato 24 marzo, ore 18); Giovanna Calvenzi ha conversato con Luca Doninelli su Gabriele Basilico e i suoi reportage realizzati negli anni ’70 in luoghi diversi del mondo (Humboldt Books) (domenica 25 marzo, ore 11).

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