Cultura

Sepulveda, no rapporto migranti-terrore

Scrittore star a Pordenonelegge con 'Storie ribelli'

Redazione Ansa

E' "pericolosissimo collegare il terrorismo con l'immigrazione. Non c'e' nessun rapporto fra loro". Luis Sepulveda, star del giorno di chiusura di 'Pordenonelegge', non si sottrae, come sempre, al confronto sugli enormi problemi del mondo in cui viviamo. Ne parla con forza, ma anche con grande ironia e senza rinunciare alla capacità di sognare. Ci mette di fronte al fatto che "siamo dominati da un potentissimo gruppo anonimo, di cui non conosciamo la faccia, che sono gli azionisti delle grandi multinazionali" e dice del presidente Donald Trump che è "una versione anglo di Berlusconi". A Pordenone con il suo nuovo libro, 'Storie ribelli', in cui si ripercorrono oltre 40 anni di vicende personali e corali - arrivato in libreria per Guanda il 14 settembre, a cura di Ranieri Polese e nella traduzione di Ilide Carmignani - Sepulveda dice che lui si sente "prima che scrittore cittadino". "L'immigrazione - sottolinea - non è un problema, è un dramma che si può risolvere solo con la comprensione del perché, di quale sia la radice di tutto questo. Il problema è complesso e nessuno parla del fatto che 60 milioni di africani sono morti come schiavi nel mondo. La mappa della geografia dell'Africa e dell'ecosistema africano è stata modificata. La Nigeria è un paese che produce quasi esclusivamente olio di palma. Il Congo ha il silicio, un metallo fondamentale per la batteria del nostro telefonino, che è stato una maledizione per loro. Non lo controlla lo Stato del Congo ma le multinazionali" spiega Sepulveda che da pochi mesi è tornato ad essere un cittadino cileno, come ricorda nella prefazione a 'Storie ribelli'. "Sono un apolide. Ero ad Amburgo nel 1986 quando mi hanno rubato la cittadinanza. E' un'ingiustizia enorme quando succede e aspettavo un'azione del governo cileno, della democrazia post-dittatura. E' arrivata ora ed è come quando guardi un paio di scarpe che sono le tue preferite, te le rubano e dopo tanto tempo te le ridanno e tu riprendi il cammino. Anche se dalla fine della dittatura, sono sempre tornato in Cile, ogni uno o due anni, a trovare gli amici. Ora però la situazione è nuova" racconta l'autore de 'Il vecchio che leggeva romanzi d'amore', 'La frontiera scomparsa' e di 'Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare'. Racconto di una lunga vicenda umana, politica e civile, 'Storie ribelli', in cui sono raccolti cronache, testi giornalistici e militanti, si apre con la memoria di Oscar Lagos Rios, il più giovane della scorta del presidente Allende, morto a 21 anni durante il colpo di Stato militare e si chiude con la morte di Pinochet. Nelle trecento pagine del libro anche l'amicizia con Saramago, Soriano, Neruda, il ricordo di 'Manolo', vale a dire Manuel Vazquez Montalban , l'impegno per l'ambiente , la lotta per la libertà e i diritti umani. "La ribellione - spiega lo scrittore - non è dire 'io non sono d'accordo', ma 'io non sono d'accordo e propongo questo'". "Oggi il vero potere - politico, economico e culturale - è in mano a grosse compagnie multinazionali. La classe politica manca di intelligenza e sensibilità. Lo Stato non gioca nessun ruolo in difesa del cittadino, anzi serve a reprimere il desiderio di una vita migliore dei cittadini". E dell'America Latina nell'era di Trump, lo scrittore cileno sottolinea: "Quando Trump è arrivato con il messaggio, quasi divertente, di voler costruire un muro per separare il Messico dagli Stati Uniti, io ho pensato 'bravo, fai un muro grande per separare l'America del Nord da quella del Sud così i nord americani non potranno venire in America Latina a colonizzare" dice con ironia lo scrittore e aggiunge: "mi aspetto che gli americani abbiano la saggezza di porre fine a tutto questo". Con 'Storie ribelli' Sepulveda mostra ancora una volta e con più forza come la sua scrittura non sia "solo romanzi e favole. Il giornalismo, anche quello letterario, è importantissimo" afferma e racconta che sta "lavorando a un nuovo romanzo e ad una nuova fiaba che mi rende felice. Uno dei due libri, non so ancora quale, sarà pronto per novembre-dicembre prossimo. Delle mie favole sono sempre protagonisti animali e questo, come accadeva in quelle antiche, ti permette di vedere da lontano il comportamento umano per comprenderlo meglio".

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