(ANSA) - ROMA, 19 AGO - Prevert a parte, è sicuramente
Federico Garcia Lorca il vero grande poeta più popolare presso i
giovani, non solo perché fucilato ancora giovane lui stesso e
sepolto in un luogo sconosciuto (esattamente 80 anni fa) ma
perché l'infanzia per lui era uno stato d'animo: vedeva con gli
occhi di un ragazzino, sognava come i ragazzi sognano in un
profluvio di fantastiche metafore e grazie a una lingua
poeticamente nuova meno astratta, più carnale e aperta ai sensi.
Uno dei suoi punti di forza specie in quel Romancero gitano
pubblicato quando aveva 30 anni è che è il libro più amato e un
po' il manifesto di una poetica, è l'essersi rifatto e aver
rinnovato la metrica, il ritmo del Romancero appunto,
dell'antica e musicale poesia popolare spagnola di cui era
studioso. La vera importanza del mito incandescente e tragico di
Garcia Lorca è stata quella di aver aperto la strada alla
scoperta della grande poesia spagnola, mortificata dal
franchismo, rendendole il posto che le spettava nella
letteratura del XX secolo.
Garcia Lorca, il mito a 80 anni da morte
Fucilato dai franchisti nel 1936, si cerca ancora la tomba