Cultura

Gay: 'Non siamo contagiosi!', nel libro 'Omofollia' un sedicenne racconta i suoi sentimenti

Nel volume racconta la sua esperienza dopo essere diventato punto di riferimento sui social

La copertina del libro 'Omofollia'

Redazione Ansa

È un ragazzo come tanti che a 16 anni inizia per gioco a postare video in cui imita Belén Rodríguez e nel giro di poco diventa noto sui social. Col tempo, a questo suo lato ironico, Mattia ne affianca uno più intimo: dopo aver fatto coming out, inizia a raccontare i suoi sentimenti e le sue posizioni sul mondo gay e sull’omofobia in modo onesto, tenero e magnetico, trasformandosi in un punto di riferimento per molti giovani della sua età che trovano in lui una voce amica e un esempio.

L’omofobia diventa per Mattia “Omofollia” ovvero la consapevolezza che alcune idee siano totalmente prive di logica, come il considerare l’omosessualità una malattia contagiosa. “Molte persone omofobe credono che noi gay siamo malati e che la nostra malattia sia contagiosa. Tutto questo è folle!" con questo assunto Mattia inizia il suo racconto, cominciando dalla sua infanzia fino ad arrivare alla sua adolescenza, periodo in cui il web diventa una valvola di sfogo e un punto di contatto con il mondo.

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