Cultura

Da Parasite a Everything boom cinema Estremo Oriente

Asian Film Festival compie 20 anni. 'Michelle Yeoh? E' leggenda'

Redazione Ansa

Negli ultimi 20 anni "c'è stato un interesse costante per il cinema dell'estremo Oriente, centrato spesso su un Paese più che sugli altri e guidato dalle trasformazioni sociali, dai premi o un film in particolare. Ora si parla tantissimo di Corea del sud: per la musica coreana, che ha invaso tutto il mondo con il K-pop; per il cinema, grazie a film come Parasite, diventato un fenomeno mondiale e per le serie televisive" come Squid Game. Lo spiega all'ANSA Antonio Termenini, direttore artistico dell'Asian Film Festival, arrivato alla ventesima edizione,in programma a Roma dal 30 marzo al 5 aprile al Cinema Farnese, più un evento speciale sul cinema di genere, con film come il thriller psicologico Drown di Lim Sang-Su, il 12 aprile al Barberini. Il successo agli Oscar di un film come Everything Everywhere all at once dei Daniels, profondamente ispirato anche dal cinema orientale "non so quanto possa aiutare anche a far conoscere di più anche il cinema dell'estremo Oriente, visto che si parla di comunità asiatico-americane - osserva Termenini - ma è bellissimo abbiano avuto attenzione interpreti come Michelle Yeoh che è una leggenda, nata in Malesia e diventata una star con i film di Hong Kong o Jamie Lee Curtis: l'Oscar è un riconoscimento a tutta la loro carriera. Comunque già da qualche anno gli Academy Award sono più inclusivi, anche per regolamento, quindi penso che quest'attenzione alle altre cinematografie continuerà". L'Asian Film Festival in 20 anni ha presentato "quasi 700 film - ricorda -. Non è stato sempre a Roma, dal 2011 al 2018 di era spostato in Emilia Romagna, e siamo presenti in altre città come Venezia, con delle rassegne. Un'opportunità di fare conoscere questi film a un pubblico più ampio". Il Paese dell'Estremo Oriente "che probabilmente negli anni ha mantenuto più costantemente l'interesse del pubblico penso sia il Giappone, forse perché ha prodotto più film ed ha avuto una continuità maggiore, anche nella varietà di autori e generi". Proprio al Giappone, con il Japan Day (2 aprile), è dedicata una delle giornate tematiche del festival, che presenta molti film in anteprima mondiale o europea (ci sono 33 titoli nel programma, di cui 18 in concorso). Tra i film nipponici, Tea friends di Bunji Sotoyama, crudo ritratto di un gruppo di anziani all'interno della società giapponese e A mon di Kei Ishikawa storia drammatica d'investigazione e vendetta. Il 31 marzo c'è il Thailand Day: tra i film Six characters di M.L. Pundhevanop Dhewakul, ispirato da I sei personaggi in cerca d'autore di Pirandello. Il primo aprile sarà la volta del Korean Day, con fra gli altri, Dream Palace di KA Sungmoon, incentrato su Hye-jung, una donna che cerca di andare avanti con la sua vita dopo un evento traumatico, e una proiezione speciale dedicata all'ultimo film di Kim Ki-duk (scomparso nel 2020), Call of God. Il 4 aprile riflettori sul Vietnam Day: tra i film The brilliant darkness! di Aaron Toronto, su una riunione di famiglia per i funerali del nonno, nella quale si scopre l'esistenza di un debito in scadenza con la mafia. Nella giornata di chiusura, il 5 aprile, si potranno vedere i film evento di due maestri del cinema filippino: a precedere la cerimonia di premiazione sarà When the waves are gone di Lav Diaz, mentre subito dopo spazio a Feast, di Brillante Mendoza. Tra gli ospiti un altro dei talenti emergenti del cinema delle Filippine, Daniel Palacio, con The Monkey and the turtle, racconto di una competizione politica, dove non sempre chi ha i migliori ideali riesce ad ottenere ciò che merita.

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