Cultura

Bambini in Cerchio, con loro il futuro è solo speranza

Esce docu di Chiarello su alunni elementari, domande della vita

Redazione Ansa

Le domande della vita fatte quando si è bimbi e non si hanno malizie, dietrologie, brutte esperienze ma la vita si abbraccia, tutti fratelli e sorelle e il futuro è un mondo bello. Detta così sembra una favola buona per metterli a letto, invece è un documentario che ti stringe il cuore e fa fare allo spettatore tante domande: dove sbagliamo, quando è che questa meraviglia si snatura. Sophie Chiarello ha documentato un intero ciclo di scuola elementare, filmando la pratica del cerchio - tutti insieme in tondo - mese per mese anno per anno. E' venuto fuori un documentario che è una testimonianza di come sono i nostri bimbi ora, all'inizio degli anni Venti del Duemila, da rivedere in futuro, come ci capita con i vecchi documentari di Pasolini o di Cavani o di Soldati: come si e' stati bambini al tempo corrente, della societa' multietnica, dei genitori indaffarati sempre di corsa, delle culture diverse che si mescolano e si incrociano senza i pregiudizi dei grandi.
    Dopo essere stato presentato in anteprima ad Alice nella Città, unico film italiano in concorso, dove ha vinto la Menzione speciale della giuria, arriva al cinema distribuito da Indigo Film dal 13 febbraio, selezionato ai David di Donatello e vincitore del Premio Corso Salani 2023 al Trieste Film Festival.
    Protagonisti gli alunni della sezione B, filmati dal 2015 al 2020, della scuola Di Donato (plesso Daniele Manin) all'Esquilino a Roma: a filmarli la regista italo-francese Sophie Chiarello, una mamma del ciclo precedente che quella scuola con l'aiuto di una maestra speciale, Francesca Tortora.
    Un film tutto girato in quell'aula, anno dopo anno. Con una cesura finale, il lockdown in pandemia, la scuola chiusa che ha impedito loro, come a tutti gli studenti italiani, di concludere insieme un ciclo di studi e un periodo della vita. Uno choc vero rivivere quei momenti di videochiamate, di abbracci virtuali con i compagni di banco, con i saluti per sempre, un'infanzia che il virus ha derubato. Quella del Cerchio è una bellissima gioventu', uguale alle elementari di ogni parte d'Italia e restituisce al pubblico il tocco emotivo di una fase della vita in cui un mondo migliore e' ancora possibile, dove l'accoglienza non e' una parola vuota ma significa aiuto concreto, abbraccio, ascolto e dove l'amicizia e' un valore fondante dell'esistenza.
    Sophie Chiarello racconta come "l'idea del film con la maestra Francesca fosse quella di un laboratorio, senza tante aspettative, un modo per avvicinarci a loro con curiosita' e voglia di ascolto. Tutto poi e' diventato naturale, spontaneo, toccante". Al montaggio ad Andrea Campajola sono arrivate 290 ore, grandi temi come la vita, la morte, i maschi e le femmine, ma anche cose piccole che fanno sorridere ma che per loro in quel momento erano drammi come la rivelazione che Babbo Natale non esiste, e giu' a disperarsi in cerchio. Non ci sono ostentazioni, non ci sono i genitori, gli adulti, ma solo i bambini, "e' un film - dice la regista - non di personaggi ma persone con storie diverse tutte da raccontare, non sui bambini ma con i bambini". Lo ha prodotto con Indigo Film Francesca Cima, una ex mamma Di Donato anche lei, con Rai Cinema, in collaborazione con Sky Documentaries.
   

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