Cultura

Cameron, noi tutti sul Titanic verso l'iceberg ambientale

Il regista e l'attualità del film, in sala dal 9/2, 25 anni dopo

Redazione Ansa

Oggi siamo tutti su un Titanic e il nostro iceberg sarà il disastro ecologico a venire. A salvarsi saranno, proprio come allora, i ricchi. È inevitabile". Così ieri sera nel global junket in Nuova Zelanda un brillante James Cameron, affiancato dal produttore Jon Landau, ha commentato il ritorno in sala dopo 25 anni del suo capolavoro TITANIC, che sarà distribuito in tutto il mondo dalla Walt Disney il 10 febbraio (il 9 febbraio in Italia, ndr), rimasterizzato in 4K digitale 3D e con audio Dolby Atmos. Da parte del regista canadese un fiume di entusiastiche parole per dire quanto importante sia stato, e sia ancora, quel film del 1997, terzo miglior incasso della storia del cinema, vincitore di 11 premi Oscar (su 14 candidature). Ovvero l'importanza della storia, che ricorda quella di Romeo e Giulietta, e del cast, i giovanissimi Leonardo DiCaprio e Kate Winslet, ma anche la modernità della figura femminile di Rose DeWitt Bukater, le difficoltà tecniche di realizzazione e, infine, l'amore per l'oceano. E ancora, tra i temi affrontati dal regista, quanto fu difficile convincere un giovanissimo DiCaprio ad accettare il ruolo dello sfortunato Jack, ritenuto dall'attore troppo noioso. "C'è un importante sottotesto in TITANIC che riguarda ricchi e poveri, chi sopravvive e chi muore - dice Cameron -. Quasi tutte le persone in terza classe morirono. Al contrario in prima classe morì la metà degli uomini, mentre quasi tutte le donne e i bambini sopravvissero. Ora - continua il regista di AVATAR - stiamo affrontando un'altra crisi chiamata cambiamento climatico. Una cosa che sappiamo da anni, ma che ora vediamo venire contro noi senza riuscire a cambiare rotta alla nave. E indovinate chi soffrirà di più? I poveri e non le nazioni ricche che hanno causato questo disastro. Furono i ricchi e la loro impazienza di arrivare a New York a causare il disastro del Titanic. Oggi è lo stesso con i cambiamenti climatici, stiamo andando dritti verso quel maledetto iceberg e quando lo colpiremo, saranno le nazioni più povere a soffrire". Come Cameron è arrivato a fare questo film? "Dieci anni prima di diventare regista ho iniziato a immergermi nell'oceano. Centinaia di migliaia di ore nei mari di tutto il mondo. Mi interessava allora anche la tecnologia per entrare nelle profondità del mare. Con TITANIC ho messo così insieme due passioni, quella per la narrazione e il mio amore per la tecnologia e l'esplorazione dell'oceano". Anche sul fronte dell'emancipazione femminile questo film ha molto da dire: "Credo che mostri quel periodo di post-adolescenza in cui la società imponeva alle donne di non essere mai davvero se stesse e questo in una società dominata dagli uomini. Non è certo il caso di Rose. Lei è una donna diversa che sopravvive alla tragedia e vive pienamente la sua vita. E poi che dire del suo amore per Jack? È la cosa più importante della sua vita e a 103 anni crede ancora fermamente che un giorno si riunirà a lui. Un desiderio spirituale che tutti noi sperimentiamo sia da genitori sia da partner, perché non puoi accettare la mortalità come qualcosa che separa per sempre le persone". Sarebbe diverso girare il film oggi? "Come regista la mia estetica non è cambiata molto. Racconterei ancora questa storia d'amore, ma con una tecnica diversa. Oggi avrei utilizzato molto più gli effetti speciali, ma il risultato finale non credo sarebbe stato diverso". Dice poi su DiCaprio: "Non voleva fare il protagonista. Ho impiegato molto tempo per persuaderlo. Pensava fosse noioso. Ha accettato poi la parte di Jack solo quando l'ho convinto che in realtà era una sfida difficile da affrontare". TITANIC è un film da vedere in sala? "I televisori oggi sono fantastici rispetto a quelli di 25 anni fa, ma andare al cinema è diverso. Non puoi mettere in pausa il film, non puoi decidere di vederlo per due o tre notti consecutive, non puoi fare il multitasking mentre lo vedi. Il grande schermo va condiviso. Le persone che torneranno a rivedere TITANIC possono così diventare i guardiani dell'esperienza di qualcun altro, come un test di fiducia, di amicizia o di legami familiari".

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