Cultura

Gina Lollobrigida, rose e bersaglieri alla camera ardente

L'ex marito Rigau in prima figlia accanto al figlio e al nipote

Redazione Ansa

'Bersagliera' in Pane amore e fantasia e Pane amore e gelosia, Esmeralda in Notre Dame de Paris, acrobata in Trapezio, Paolina Bonaparte in Venere imperiale, la 'donna più bella del mondo' nel film con Vittorio Gassman, bionda seduttrice in Le bambole, Sheba in Salomone e la regina di Saba accanto a Yul Brynner. Sono fra le immagini su un grande schermo di Gina Lollobrigida che hanno accompagnato chi è venuto a renderle omaggio nella prima giornata di camera ardente (si riaprirà domattina, prima del funerale alla Chiesa degli artisti) allestita nella sala della Protomoteca in Campidoglio. 

Un richiamo alle polemiche che hanno caratterizzato l'ultima parte della vita dell'attrice, scomparsa il 16 gennaio a 95 anni, è venuto dalla presenza nello spazio per la famiglia, al lato del feretro, dell'ex marito Francisco Javier Rigau, che si è seduto in prima fila dov'erano anche il figlio di Gina Lollobrigida, Andrea Milko Skofic, il nipote Dimitri. "Ho tantissimi bei ricordi - ha detto all'uscita dalla camera ardente Rigau - non è il momento delle polemiche ma del dolore".







A renderle omaggio, insieme a tante persone comuni (pochi i personaggi dello spettacolo), il sindaco di Roma Capitale Roberto Gualtieri, presente all'arrivo del feretro la presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia, la sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni; Tiziana Rocca, organizzatrice di vari eventi per l'attrice, Vladimir Luxuria, il presidente dell'Anica Francesco Rutelli, Pino Strabioli e Adriano Aragozzini, amico di Gina Lollobrigida, che all'uscita ha smentito che "ci sia stato uno scontro con Rigau" nei giorni scorsi di fronte alla clinica dove l'attrice era ricoverata. "Come dimostra anche l'affetto che la gente ha per mia madre, è stata una donna indipendente, che si è fatta da sola, aveva un fortissimo carattere ed è andata per la sua strada in un'epoca in cui le donne non avevano tutta questa autonomia - ha detto Andrea Milko Skofic, in una pausa della giornata trascorsa in Campidoglio -. Questa forse è la cosa che lascia in più, il suo esempio".

Skofic vuole lasciare da parte le polemiche e ricorda: "L'ultima volta che ci siamo visti, mia madre non stava fisicamente bene. Non poteva parlare. Non ci siamo detti molto, ma abbiamo cercato di comunicare così". Nella sala della Protomoteca tra grandi foto dell'attrice molte anche le corone, come quelle del ministero della Cultura, dell'Anica, di Roma Capitale, di Cinecittà dell'Archivio Luce e del Comune di Subiaco. "Roma ricorderà questa grandissima artista, anche con la Casa del cinema e la Festa del cinema. Ho appena parlato per questo con il presidente di fondazione cinema per Roma Farinelli" dice Gualtieri. "Noi cercheremo di mettere in campo tutto quello che può essere un ricordo eterno di una straordinaria donna e artista - sottolinea Borgonzoni - anche attraverso la creazione di un premio per giovani attrici e intitolato a lei".

 

 

Tanti gli ammiratori che hanno lasciato un messaggio nei registri all'entrata o delle rose rosse, gli stesso fiori del cuscino sopra il feretro. Fra questi c'è Giovanni, 56enne pugliese da anni a Roma: "Mi ha sempre colpito molto la gentilezza di questa grande attrice, lasciava un segno, domani andrò anche al funerali". Fabio, romano 60enne, è arrivato insieme alla moglie e le due giovani figlie: "Gina Lollobrigida è una persona che ha fatto grande l'Italia, era doveroso. Mi commuove essere qui". L'omaggio che continuerà domani ai funerali, arriva anche dell'Associazione Bersaglieri, con due componenti arrivati con i cappelli piumati d'ordinanza. "Gina è stata ospite di alcune delle nostre manifestazioni come il nostro raduno nazionale a Pordenone - spiegano -. Fu una gioia, si sentiva bersagliera tra i bersaglieri". 

 

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