Cultura

Patrice Leconte, con Depardieu il mio Maigret crepuscolare e pieno di dubbi

Il detective alla fine della vita in un giallo in sala dal 15 settembre

Redazione Ansa

"È un film che ho voluto crepuscolare, con un Maigret alla fine della vita. Mi piaceva raccontare qualcuno che avesse perso interesse per le cose, per il suo lavoro. Lo trovo molto umano. Maigret non è Sherlock Holmes, ha incertezze ed è pieno di dubbi. È un film pieno di zone d'ombra, la sera della vita di Maigret".     Così da remoto, il regista Patrice Leconte parla di MAIGRET , in sala dal 15 settembre con Adler, film molto autunnale, malinconico e con un inedito commissario, ideato da Simenon, e interpretato da un Gérard Depardieu inappetente e senza pipa.    
Di scena il caso di una giovane sconosciuta che una mattina di marzo viene trovata morta, uccisa con cinque coltellate, in Place Vintimille a Parigi, con indosso un abito da sera molto costoso. A indagare sarà appunto il commissario Maigret che riesce, poco a poco, a districare la matassa scoprendo che si tratta di Louise Laboine (Clara Antoons), una ragazza di sedici anni, trasferitasi qualche anno prima a Parigi per fare fortuna.    
Louise aveva stretto amicizia con Jeanine Armenieu (Mélanie Bernier), una giovane in cerca di lavoro come lei che però era riuscita ad arrivare alle porte dell'alta società.     "Ho incontrato Simenon e Maigret grazie a mia nonna materna appassionata di entrambi. Appena finiva un libro io lo leggevo - dice Leconte -. Credevo fosse letteratura facile, poi un mio professore di filosofia mi fece ricredere dicendo: 'Studieremo Kant, Hegel e Nietzsche, ma il più grande filosofo, ricordatevelo, resta Simenon".     Sottolinea poi il regista de IL MARITO DELLA PARRUCCHIERA: "Certo MAIGRET è un film d'impianto classico, ma non polveroso".    
Come è stato lavorare con Depardieu? "È un personaggio imponente e i suoi occhi sono raggi laser che vedono tutto. Ma la cosa davvero straordinaria è il fatto che sul set dice un sacco di sciocchezze ma poi, una volta al ciak, è subito perfetto. Lui afferma che dire battute è il suo modo di deconcentrarsi per poi meglio concentrarsi una volta in azione. Comunque - aggiunge Leconte - negli ultimi giorni sul set Depardieu ci ha detto una cosa che mi ha commosso: vi ringrazio tutti. In questi ultimi anni ho fatto tanti film, qui invece ho fatto cinema".     Progetti futuri? "Non posso certo restare inattivo: che ci faccio in pensione? So solo fare cinema e così ho un progetto, sempre con Depardieu, ma molto diverso da Maigret. In stato più avanzato, lo girerò ad aprile, un film dedicato a Luis Braille che a quindici anni inventò un linguaggio per non vedenti".     Che rapporto ha con le serie tv? "Certo ne ho viste molte e mi sono anche piaciute, ma poi ti prende una cronofagia, ti viene voglia di vedere tutto subito, e questo non mi piace. A me basta un'ora e mezza per esprimermi, poi mi viene paura".     Frase cult del film, liberamente basato sul romanzo MAIGRET E LA GIOVANE MORTA (edito da Adelphi): "Questo caso è cominciato col vino bianco e finisce col bianco. Ci sono casi da calvados, altri da birra, questo è un caso da bianco", dice Maigret a un suo ispettore che gli aveva proposto una birra fresca

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