Cultura

Steve Buscemi, dopo la pandemia siamo tutti nella stessa barca

Dirige The Listener con Tessa Thompson, chiude Giornate autori

Redazione Ansa

La solitudine, un senso di inquietudine, di smarrimento, ci sono sempre stati, tuttavia "la pandemia ha posto l'accento su queste emozioni, ci ha messo tutti nella stessa barca. E ci sono più persone che chiedono aiuto, anche per telefono alle helpline, che non hanno mai ricevuto tante chiamate. A volte, per aiutare basta ascoltare". Lo spiega Steve Buscemi, tornato alla regia dopo 15 anni (l'ultimo film dietro la macchina da presa era stato Interview) per The Listener, dramma intimo e sociale, quanto mai attuale, con al centro la carismatica performance di Tessa Thompson. L'attrice si cala nei panni Beth, volontaria per una "helpline", che nel tentativo di aiutare chi chiama in preda spesso alla disperazione, affronta anche i propri traumi. Il film, che chiude fuori concorso le Giornate degli Autori alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, è basato su una sceneggiatura dell'italiano Alessandro Camon. "E' un bellissimo script, la sfida è stata concepirlo in chiave cinematografica, con un solo personaggio centrale, e praticamente in una sola location - spiega l'attore e regista -. Mi sono affidato a Tessa e al lavoro che abbiamo fatto insieme nelle prove e in scena. L'avevo vista in Westworld e mi è arrivato immediatamente il suo talento. Guardando poi dei filmati dietro le quinte della serie ho capito di volere lei come protagonista". Il suo "è un compito difficile, perché al telefono il suo personaggio non può lasciarsi andare alle emozioni, ma il pubblico deve percepire, anche da microreazioni, ciò che prova. Ogni chiamata è un percorso diverso, un nuovo inizio" aggiunge Buscemi, che ha girato le scene con la sua protagonista in sei giorni, nelle pause di lavorazione della serie distopica Hbo. In fase di preparazione, Buscemi ha chiamato una delle helpline, "per comprendere come gli operatori si relazionassero alle persona in difficoltà. Parlando, è nato un dialogo profondo e mi sono sentito di affrontare anche alcune mie emozioni", come il dolore per la perdita recente della moglie. "Servizi come quello raccontato nel film, sono particolarmente importanti nei tempi che viviamo. Se hai la possibilità di poterti permettere la psicoterapia, al massimo hai una appuntamento a settimana... alle helpline invece puoi rivolgerti quando vuoi e soprattutto la notte, le chiamate sono tantissime". Buscemi non pensa che il senso di smarrimento nella nostra società sia nuovo: "L'umanità già l'ha provato in passato. La storia ha già dato tanti momenti nei quali si è avuta la sensazione di essere a un punto di non ritorno. Oggi c'è chi pensa che ad acuire il senso di solitudine sia la tecnologia, ma è anche ciò che ci permette di connetterci con gli altri, ci sono lati positivi e negativi. La cosa più importante è continuare a cercare un contatto con le altre persone".

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