Cultura

Paolo Virzì, 'Siccità un film apocalittico e pazzo'

"I nostri politici parlano solo di sé e non guardano il mondo"

Redazione Ansa

SICCITÁ di Paolo Virzì, è un film apocalittico, senza speranza, autunnale con una Roma dove non piove da tre anni, con il Tevere in secca, piena di scarafaggi e nuove epidemie e dove si agitano tutte persone alla deriva.
    Questo in estrema sintesi il film che passa oggi fuori concorso alla 79/ma edizione della Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia e che andrà in sala dal 29 settembre con Vision Distribution e con tanto di megacast tra cui: Monica Bellucci, Sara Serraiocco, Sara Lazzaro, Silvio Orlando, Edoardo Purgatori, Valerio Mastandrea, Vinicio Marchioni e Tommaso Ragno.
    Tra le maschere di questa Roma dove non piove da tre anni: il dolcissimo detenuto Silvio Orlando; Andrea Mastandrea, autista Uber in decadenza, prima scarrozzava il presidente del Consiglio; l'attore Tommaso Ragno, ora predicatore social; la dottoressa Claudia Pandolfi e, infine, un Marchioni impegnato in un sexting anche troppo virtuale.
    "Sono momenti difficili per il nostro Paese e questo film è pazzo, ambizioso e apocalittico allo stesso tempo. Volevamo raccontare quello che stava succedendo tra chi diceva che ci saremmo abituati a tutto e chi diceva che sarebbe stato sempre peggio. È un film anche di solitudine che ti fa capire, è stato uno degli insegnamenti della Pandemia, che in certi casi la redenzione viene dall'essere connessi e che alla fine è stupido ragionare nei termini dei confini nazionali. Questa è la visione che dovrebbero avere i nostri politici".
    La scelta di Roma? "Perché è la città che per prima ha avuto gli acquedotti, costruita sull'acqua pubblica, la città delle fontanelle che si sgretola e muore di sete e di sonno".
    In questa situazione tra siccità e pandemie: "Le distanze sociali si accentuano anche di più. Non c'è più la lotta e la contrapposizione felice, ma piuttosto l'autodistruzione che suscita anche istinto reazionario e caos sociale".
    Da Virzi poi un appello al ritorno in sala: "Ci siamo detti noi SICCITÀ non lo diamo alle piattaforme, lo diamo alle sale sperando possa essere una sorpresa".
    E ancora il regista sulla politica italiana di oggi : "Colpisce di questa campagna elettorale che i politici parlino solo di loro stessi, delle loro alleanze, dei punti percentuale: perché non fanno finalmente due passi indietro invece di parlare di bonus scaldabagno mentre il mondo si estingue e sprofonda? Infine dice il regista toscano autore di film stupendi come CATERINA VA IN CITTÀ e IL CAPITALE UMANO: "Non c'è solo pessimismo in SICCITÀ, ma si sente anche un'aria, di preghiera, di fiducia e anche di fede, la fede di un laico si intende".
   

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