Cultura

Cannes festa per Les Amandiers, Stone regina red carpet

6/a giornata con protesta femminista, in gara anche Holy Spider

Redazione Ansa

(ANSA) - CANNES, 22 MAG - Con un red carpet stellare, con la divina Sharon Stone regina della Montee des Marches per la premiere di LES AMANDIERS di Valeria Bruni Tedeschi il sesto giorno del festival di Cannes può dirsi archiviato. Tra decine di fotografi e una grande folla accalcata dietro le transenne la Stone, bellissima e sorridente, non ha mancato l'appuntamento con lo scenografico tappeto rosso del Grand Theatre Lumiere. Era in bianco e azzurro dai gioielli alle scarpe e con un vestito con un lungo strascico che scenograficamente si è tolto rimanendo in lungo dritto e sfilando come una modella.
    Tantissime celebrità questa sera, come Paolo Sorrentino chiamato da Thierry Fremaux per le celebrazioni del 75/o festival in programma tra il 24 e il 25 maggio, Tahar Rahim, Carla Bruni, Clotilde Coureau. Con un grande cappello nero calato sulla testo e una mise al solito eccentrica ha fatto la sua apparizione anche Isabelle Adjani, mentre Isabelle Huppert, altera in lungo verde con i guanti in tono, dopo aver mancato la Montée des Marches qualche sera fa per il suo film Eo di Jerzy Skolimowski si è vista stasera per Les Amandiers. La regista torinese era accompagnata da tutto il suo cast, da Louis Garrel alla protagonista Nadia Tereszkiewicz.
    Il film di Valeria Bruni Tedeschi, il suo quarto da regista, in gara per la Palma d'oro, ha caratterizzato la giornata festiva: c'era molta attesa per il film che batte bandiera francese, produttivamente realizzato in Francia con partecipazione minoritaria italiana (Bibi Film di Angelo Barbagallo, con Rai Cinema e Lucky Red che distribuirà in sala) , un film drammatico che racconta ispirato alla sua stessa biografia, gli anni formativi nella scuola di teatro di Patrice Chereau, un imprinting di vita e di professione mai dimenticato. Non a caso il titolo internazionale è For ever young, per sempre giovane, proprio per sottolineare come uno scatto fotografico la vita di quel momento, nel 1980 in cui la Bruni Tedeschi ha frequentato il laboratorio di Chereau insieme ad un gruppo di coetanei condividendo speranze e amori ma anche dolori per la droga e l'Aids che cominciava a fare vittime. i. (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it