Cultura

Berlino: Paolo Taviani, senza firma ma dedicato a Vittorio

Regista a Variety racconta di Leonora addio in corsa Italia

Redazione Ansa

(ANSA) - BERLINO, 14 FEB - "Volevo comunicare al pubblico, sia all'inizio che alla fine del film, che quello che stanno vedendo è spettacolo. Proprio come Pirandello, volevo far capire che tutto ciò che uno vive è teatro: vita e teatro allo stesso tempo".
    Così Paolo Taviani parla a Variety di LEONORA ADDIO, il primo film senza il fratello Vittorio morto quattro anni fa, che passa domani, unico film italiano, in concorso alla Berlinale 2022 e in sala dal 17 febbraio con 01.
    Un'opera dedicata proprio al fratello e che può essere vista sicuramente come un suo addio fraterno: "Vittorio mi ha detto: 'Dopo la mia morte non voglio che esca alcun film con il mio nome, nessun film che io non sia in grado di controllare e amare".
    E ancora una considerazione di Paolo Taviani su LEONORA ADDIO che utilizza, oltre al materiale di repertorio tanti frammenti di cinema neorealista: "Vittorio ed io abbiamo sempre considerato quel periodo cinematografico importante quanto il Rinascimento e che c'è più verità nei film neorealisti che in qualsiasi materiale d'archivio".
    Il film inizia con Pirandello che riceve il premio Nobel per la letteratura nel 1934 e poi segue la bizzarra vicenda delle sue ceneri frettolosamente affidate al Cimitero del Verano a Roma e poi portate, quindici anni dopo in Sicilia. L'occasione di un viaggio attraverso l'Italia del dopoguerra appunto vissuta parte con la fiction e poi con filmati d'archivio e frammenti di film neorealisti.
    Dopo questa prima parte in bianco e nero si passa ai colori con la messa in scena, nella Brooklyn dei primi del 1900, de IL CHIODO uno degli ultimi racconti scritti da Pirandello prima di morire.
    I fratelli Taviani hanno vinto l'Orso d'oro nel 2012 con CESARE DEVE MORIRE, un film sui detenuti di un carcere di alta sicurezza che interpretano un'opera di Shakespeare. (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it