Cultura

Ecco come si raccontava Lina Wertmuller in una intervista all'ANSA

Dopo la pubblicazione della sua autobiografia: 'Tutto a posto e niente in ordine - Vita di una regista di buonumore'

Lina Wertmuller

Redazione Ansa

Il titolo e' 'Tutto a posto e niente in ordine', ma Lina Wertmuller della sua autobiografia tiene soprattutto al sottotitolo, 'Vita di una regista di buonumore'. Cosi' si ritiene Arcangela Felice Assunta Wertmueller von Elgg Spanol von Braueich, padre (malsopportato) lucano, madre (amatissima) romana di origini nobili svizzere, una trentina film e un discreto numero di lavori a teatro mentre dall'attico su Piazza del Popolo si racconta.

''Ne ho fatte tante e ne faro' ancora'', e' il suo esordio nell'intervista all'ANSA. E nelle quasi 300 pagine, una specie di compendio sul mondo del cinema e dello spettacolo italiano, notizie, aneddoti, ricordi sempre senza retorica ne' autocelebrazioni, con pagine bellissime su Federico Fellini innanzi tutto, su Flora Mastroianni amica di una vita e naturalmente su Enrico Job, scenografo, ''grandissimo amore durato 44 anni fino a che quella mascalzona della falce nera, li mortacci sua - detto cosi' proprio in dialetto - me l'ha portato via''.

Wertmuller e' un pozzo di racconti, lei stessa avvisa ''posso parlare per 48 ore''. Si definisce una donna ''curiosa, mai autobiografica, di me so tutto sono gli altri che mi interessano come una entomologa''.

Per scrivere il libro, spiega, ''ho pensato a quello che i film evocavano, sono trenta, ognuno e' un anno, un anno e mezzo di vita. A quali sono piu' legata? Li amo tutti come figli, pregi e difetti, ci sono pezzi di vita dentro ciascuno''. Di figli lei nella realta' ne ha avuto una, ''avrei voluto facesse l'attrice, invece fa la skipper in mezzo all'oceano, un po' mi spiace, ma la capisco: sono un po' come lei, un soldato di ventura, solo che lei ha scelto la marina. Del resto io appena ho potuto, da ragazzetta, me ne sono andata dalla mia casa bella borghese di Prati''.

Lina Wertmuller si racconta ''passionale, sottomessa a molti fascini, grandi cotte e pure un po' puttana nel senso che quello che volevo fare ho fatto, viziata da tutti, produttori compresi. Ho avuto una vita fortunata, un lavoro nello spettacolo che e' stata la mia passione da subito, la regia, l'amicizia con Fellini, l'amore di Enrico, la figlia meravigliosa e in tutto questo sono rimasta un'anima libera''.

La casa la rispecchia, ci abita da sempre, gli oggetti sono tantissimi, persino soffocanti, ricordi di set e di viaggi, libri, foto, raccontano una pienezza di vita, mentre la terrazza ha una vista meravigliosa. ''Amo Roma, l'Italia e gli italiani. Se la risalissi dalla Sicilia, muovendomi a zig zag, ogni tappa sarebbe fantastica'' dice. A due passi, Via Margutta, abitava Fellini. ''Fu grazie a Marcello e a Flora che lo conobbi e diventai una piccola complice - lo aiuto' per La Dolce Vita e Otto e 1/2 ndr - Federico a starci insieme era uno spasso: grande nell'accoglienza, fortissimo sulle fughe, sul set era meta di pellegrinaggi, lui con la vocina dolce diceva si' a tutto e poi scappava. La Masina era una mogliettina perfetta, un vero porto borghese, gli preparava certi pranzetti, una pasta e fagioli mai vista. E lui tornava sempre dopo le passioni extraconiugali''.

Con gli attori non mantiene grandi legami, ''a parte Piera Degli Esposti, Sofia Loren, Giancarlo Giannini, Mariangela Melato. Gli altri piu' che amici sono stati compagni di lavoro, ma con loro mi sono sempre trovata bene, nasco attrice e li capisco''. Gli occhiali bianchi sono una delle tante passioni: ''mi piacquero tanti anni fa, alla fabbrica ne ordinai 5 mila pezzi, una scelta per la vita come si dice, e' la stessa partita che uso da 40 anni, e non sono ancora finiti''. Gli americani la amano, Pasqualino settebellezze, Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto i suoi film piu' famosi. Lei non ha mai smesso di amare il cinema, ''guarda tre film al giorno'', dice il giovane assistente Valerio Ruiz cui e' dedicato il libro e che sta preparando un documentario sul cinema di Lina Wertmuller. ''Sono onnivora'', ammette, ''tutti i generi mi piacciono''. L'autobiografia non e' completa, ''mica sono morta'', e le ultime pagine sono per i progetti, tanti. Napoli luntanamente su Salvatore Di Giacomo, Ritravolti da un insolito destino, una commedia ironica sul Sesso di Hitler...

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