Cultura

La svolta, un 'Sorpasso' 3.0, ma molto dark

Da Riccardo Antonaroli un'opera prima piena di talento al Tff

Redazione Ansa

 Un 'Sorpasso' 3.0 contaminato da generi e molto dark, ma anche un film gradevole e bello quest'opera prima di Riccardo Antonaroli dal titolo LA SVOLTA che passa fuori concorso al Torino Film Festival. E se la citazione dell'opera di Dino Risi del 1962 è dichiarata - nella casa del protagonista c'è un manifesto del film - ne LA SVOLTA ci troviamo di fronte a "un road movie da fermo" (la citazione è rubata dalle note di produzione, ndr) pieno di colpi di scena.
Intanto il Trintignant di turno è Ludovico (Brando Pacitto), un ragazzo nerd, timido e disegnatore di fumetti molto talentoso (ma non lo sa) che vive sempre chiuso in casa alla Garbatella (altro protagonista di questo film).
Dall'altra parte non c'è il solito Gassman, eterno ragazzo vitellone e sciupa femmine, ma Jack (Andrea Lattanzi) coetaneo di Ludovico, cresciuto per strada, un tipo duro, un piccolo criminale anche se dal cuore buono.
Reduce da una rapina finita male, Jack piomba con una borsa piena di soldi nella casa dell'impacciato Ludovico e ci resta per qualche giorno, una volta scoperto che ci sono sotto casa dei brutti ceffi al servizio del derubato, un delinquente vero (interpretato dal fratello d'arte Tullio Sorrentino).
Ora tra i due ragazzi non è che parta subito bene, ma l'abissale differenza tra loro alla fine crea il miracolo, Jack trova finalmente un amico e soprattutto qualcuno da guidare, da aiutare, da far crescere. E questo anche grazie a una ragazza, una coinquilina del palazzo, amata da Ludovico tra mille timidezze.
Ma Jack ha troppi soldi nella borsa e li ha rubati alla persona sbagliata e sulle sue tracce c'è anche un inedito Marcello Fonte nei panni di un killer freddo e spietato.
Nel cast anche Ludovica Martino , Max Malatesta, Chabeli Sastre, Gonzalez Federici Tocci, Cristian Disante, Aniello Arena e con la partecipazione di Grazia Schiavo e Claudio Bigagli.
"Nell'inadeguatezza di Ludovico ho ritrovato le mie insicurezze di inizio carriera - dice il regista - , quando pensavo di non essere all'altezza di questa professione, quando la paura del giudizio degli altri e il mettermi in gioco rischiava di mortificare le mie aspirazioni. Mi sono però riconosciuto anche nella spregiudicatezza incosciente di Jack, che cammina lungo il wild side della vita, affrontandone i rischi: trasferirsi a Roma per rincorrere il sogno di fare cinema è stato il mio piccolo grande rischio... i miei mi volevano ingegnere. La Svolta - dice ancora Antonaroli - parla di due solitudini che s'incontrano e si scontrano nel cuore di una città raccontata mille volte, ma volutamente circoscritta in un quartiere popolare e storico come la Garbatella. I malavitosi che minacciano i due giovani protagonisti non sono quelli rappresentati da tanti film e serie televisive di successo, no: qui si parla di mezze calzette, anche loro alle prese con inadeguatezze, ambizioni troppo grandi e frustrazioni. Ma non per questo, o forse proprio per questo, meno feroci e spietati. Ho scelto, quindi, di raccontarli in maniera classica, pulita, attraverso inquadrature statiche e composte, per creare una cornice quasi 'fumettistica', che rispecchiasse quella Garbatella che Ludovico sogna di raccontare nei suoi disegni, inconsapevole che presto busserà alla sua porta". (ANSA).

   

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