Cultura

Javier Bardem, attenti a 'capi perfetti' che ingannano tutti

Protagonista in dramedy di Aranoa che Spagna candida a Oscar

Redazione Ansa

 Sorriso rassicurante, occhiali, capelli grigi, abiti sobri ma informali, modo di fare paterno e accogliente. E' il look di Julio Blanco il proprietario d'azienda dalla reputazione apparentemente immacolata ma in realtà con molto da nascondere interpretato da Javier Bardem in Il capo perfetto (El buen patron) la dramedy satirica/commedia nera di Fernando Leon De Aranoa, in arrivo in Italia il 23 dicembre con Bim Distribuzione.
Il lungometraggio,che è stato scelto un po' a sorpresa per rappresentare la Spagna nella corsa all'Oscar per la statuetta al film internazionale, battendo, fra gli altri, Madres Paralelas di Pedro Almodovar con Penelope Cruz, aveva conquistato l'attenzione dei critici internazionali e del pubblico sin dal debutto a settembre al Festival di San Sebastian.
"Blanco considera se stesso veramente un salvatore, qualcuno che aiuta gli altri a realizzare i propri sogni professionali, unendoli tutti sotto il 'marchio distintivo' di essere una grande famiglia - spiega Bardem negli incontri di Deadline contenders - International, organizzati dalla testata online con protagonisti e autori dei film dai diversi Paesi in gara per gli Oscar -. Una tipologia di uomo di potere che abbiamo conosciuto tutti. E' molto affabile, piacevole, esercita un forte fascino, è capace di intrappolarti con le sue maniere. Quando te ne rendi conto sei già alla sua mercé e lui può abusare in qualche modo di quel potere. Conosciamo molte vicende legate a uomini come lui. La sua storia è raccontata con uno humour molto dark, e uno sguardo critico a livello sociale che rendono la storia molto divertente e interessante da vedere ma anche con una rilevanza per ognuno".
Nel racconto Blanco, proprietario di un'azienda di bilance industriali ereditata del padre, si ritrova ad affrontare in pochi giorni una valanga di problemi. La sua facciata da capo comprensivo e socialmente impegnato è messa a dura prova quando, proprio nell'attesa di un'ispezione per l'attribuzione di un premio d'eccellenza, un suo operaio appena licenziato decide di organizzare un presidio di protesta davanti alla fabbrica.
Inoltre il suo responsabile alla produzione e amico d'infanzia Miralles (Manolo Solo) dà sempre più i numeri per una crisi matrimoniale. Anche Blanco vede la sua famiglia messa a rischio quando Liliana (Almudena Amor), una delle impiegate che considera sue conquiste, reagisce in modo inaspettato.
"All'inizio si prova una sorta di simpatia verso un personaggio così - dice Fernando Leon de Aranoa - perché è spiritoso e affascinante ma poi ti rendi conto di come gestisca ogni aspetto della propria vita. Il film racconta come lui, quando senta scivolare via quel potere, lotti con ogni mezzo per non perderlo".
'Il capo perfetto' è il terzo film dei regista con Bardem, dopo I lunedì al sole (2002) e Escobar - Il fascino del male (2017). "E' uno dei migliori sceneggiatori che abbia mai conosciuto, ed è uno straordinario regista, montatore e produttore" sottolinea l'attore, vincitore di un Oscar nel 2008 per Non è un paese per vecchi e papabile nel 2022 per una quarta nomination (era stato in gara anche con Prima che sia notte e Biutiful) con la sua prova a fianco di Nicole Kidman in Being the Ricardos di Aaron Sorkin. "Oltre a essere un grande essere umano, Fernando è capace di raccontare storie belle e con un valore profondo, una combinazione potente - aggiunge-. Anche stavolta quando ho letto la sceneggiatura ne sono rimasto immediatamente conquistato". Per Aranoa "è stato esaltante girare un nuovo film insieme, ci lega un'amicizia di molti anni. La prima collaborazione (I lunedì al sole) è di quasi 20 anni fa. E sia quel film che questo parlano, per quanto da prospettive differenti, del mondo del lavoro, del rapporto di potere fra capi e sottoposti. Il nostro lavoro insieme è frutto di un dialogo che continua ad arricchirsi".  

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