Cultura

Parsifal di Filiberti, tra desiderio e rinascita

Esce 23/9 (anteprime da 18/9). Regista, mito attuale più che mai

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 13 SET - Non stiamo andando verso l'apocalisse, "già la stiamo vivendo, come fine di una civiltà, a livello antropologico, tra massificazione del pensiero e annientamento dello spirito", in un presente "nel quale la fantascienza è sempre più reale". Una rilettura del mito di Parsifal, "che è apocalittico, escatologico, salvifico, non potrebbe essere più attuale". E' deciso Marco Filiberti nello spiegare la volontà di imbarcarsi nel suo film (si preferisce definirlo opera cinematografica) più ambizioso, Parsifal, produzione indie in sala dal 23 settembre (con anteprime dal 18 settembre) distribuito da 30 Holding. Il personaggio del ragazzo dal cuore puro ammesso alla vista della Graal, viene codificato per la prima volta nel 12/o secolo. Un mito attraversa i secoli e trova la sua forma più popolare nell'opera di Wagner.
    Filiberti sceglie una strada personale, carica di elementi, suggestioni e richiami, nel linguaggio e nella rappresentazione unendo epoche, mescolando spiritualità e sensualità. Come interpreti ci sono gli attori della Compagnia degli Eterni Stranieri: Matteo Munari (Parsifal), Diletta Masetti, Giovanni De Giorgi, Luca Tanganelli, Elena Crucianelli, Zoe Zolferino e lo stesso Marco Filiberti nel doppio ruolo di Amfortas, "volto di una spiritualità medievale, investita di regalità e gerarchia" e di Felipe. Parsifal "è un archetipo e incarna l'uomo che riesce ad essere finalmente libero. Lo diventa grazie alla sua rinuncia, qui non intesa nel senso vittimistico del sacrificio, ma attraversando ciò che più appartiene all'uomo il desiderio". Un viaggio al via idealmente nel porto di Odessa tra fine '800 e inizio '900 una terra desolata che rappresenta "i tempi che viviamo" ed ha fra le tappe una taverna bordello negli anni antecedenti alla II guerra mondiale. Il protagonista si confronta con il rischio di perdizione (non mancano le scene forti), per arrivare "alla via strettissima che abbiamo per la rinascita". Appaiono anche diverse incarnazioni del femminile, "lontane dai soliti stereotipi" sottolineano le attrici con i personaggi di Kundry (Masetti), "prostituta e mistica"; Elsa (Crucianelli), "una dea bambina", e Senta (Zolferino), "imbrigliata dalla forza della natura". (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it