Cultura

Tom Holland da Spider-man a veterano tossico e rapinatore

In Cherry da storia vera. Attore, crisi oppioidi riguarda tutti

Redazione Ansa

Oltre 250 missioni in Iraq come soccorritore medico tra il 2005 e il 2006 e al ritorno negli Usa, una sindrome da stress postraumatico (Ptsd) non diagnosticata, con annessi incubi e depressione hanno portato l'allora poco più che ventenne Nico Walker a usare varie droghe fino a non potere più fare a meno dall'eroina. Una dipendenza per cui gli servono costantemente soldi: li trova diventando rapinatore, con colpi in dieci banche fino all'arresto nel 2011.
Una drammatica storia vera che il veterano, mentre scontava la condanna a 11 anni (è uscito prima, a fine 2019 e recentemente si è sposato, ndr), ha raccontato nel romanzo semi autobiografico Cherry, ora diventato film con la regia dei fratelli Anthony e Joe Russo. Un dramma intenso e doloroso, che debutterà il 26 febbraio nelle sale americane e dal 12 marzo su Apple tv+, per il quale i due cineasti, fra le firme di riferimento nel Marvel Cinematic Universe, da Captain America alle avventure più epiche degli Avengers, hanno voluto come protagonista Tom Holland, che già avevano diretto nei panni di Spider-man.
"Mi sembrava strano non accettare, io cerco sempre una nuova sfida - spiega l'attore britannico nel Q&A online insieme ai due registi e alla coprotagonista Ciara Bravo, organizzato da Hollywood Reporter - Sono solo fortunato per averne avuta una grande come questa e di poterla vivere sotto la coperta protettiva di Joe e Anthony. Ho avuto dei momenti di dubbio, temevo di non essere la persona giusta per il personaggio ma con tanto supporto, il lavoro di tutta la squadra e una grandissima ricerca (l'attore ha anche perso 13 kg per rendere il decadimento fisico di Cherry, ndr) abbiamo trovato la chiave giusta per il film, sono molto fiero di come è venuto". La storia di Walker è molto personale per i registi: "Noi siamo cresciuti, come Nico, a Cleveland, città che vive in prima linea la crisi degli oppioidi (che solo negli Usa da fine anni '90 ha causato la morte di oltre 400 mila persone, ndr), abbiamo perso dei famigliari per overdose e altri si sono disintossicati, ma è una lotta quotidiana - spiega Joe Russo, che con il fratello ha acquisito i diritti del romanzo per un milione di dollari -.
Quando abbiamo letto il libro ci ha colpito per quanto fosse autentico. Nel modo in cui il protagonista esplora l'odio per se stesso e la consapevolezza di ciò che facendo, ci ha ricordato le crisi esistenziali a cui avevamo assistito". Joe Russo ha anche lavorato, dieci anni prima, "in un ristorante dove ha lavorato anche Nico. Poche scelte hanno reso molto diversi i nostri percorsi. Volevamo fare di Cherry un film che parlasse di dipendenza ma anche di come vengono malcurati i soldati e i reduci".
Il cambiamento principale rispetto al libro, è l'aver introdotto per 'Cherry' (soprannome che si dà al fronte a chi non ha ancora partecipato ad azioni di combattimento, ndr) un'anima gemella, Emily (la talentuosa Ciara Bravo), conosciuta dal protagonista all'università: la ragazza diventa sua moglie e finisce nello stesso baratro di tossicodipendenza del marito.
"Ho amato profondamente la sceneggiatura, il modo in cui i protagonisti cercano di ridere in faccia alla tragedia per sopravvivere. Certo mi intimidiva entrare in un gruppo di lavoro così solido ma mi sono sentita subito benvenuta". Fondamentale per lei come per Tom Holland il lavoro di ricerca: "serviva l'impegno più estensivo possibile per rendere la storia autentica - dice l'attore, ora impegnato nelle riprese di Spider-man 3-. Quando si racconta una vicenda come questa hai la responsabilità di rendere giustizia alle persone che l'hanno vissuta. Sono stato in un centro per Veterani di Cleveland (location principale del film) dove ho intervistato una trentina di persone. Mi hanno raccontato di vari tipi di dipendenze, e dei danni che porta la Ptsd. E' stato molto utile, soprattutto perché mi ha fatto capire cosa muova il personaggio da tossicodipendente, quando sei sotto l'eroina pensi solo a quello". Holland è molto grato "alle persone che si sono aperte con me. Sapevo così poco di questo problema che per molti è invisibile, non ci rendiamo conto che l'abbiamo sull'uscio di casa". Anthony Russo è felice che "il film esca ora perché la crisi degli oppioidi con la pandemia è aumentata più che mai.
Speriamo che Cherry aiuti a portare più attenzione su questi temi"
   

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