Cultura

'Il virus cambierà il cinema come la spagnola'

Lo storico Mann, nel '21 industria non sembrava affatto quella del '18

La collina di Hollywood

Redazione Ansa

La storia, come si sa, si ripete anche quando si tratta di pandemia e questo vale ovviamente anche per il cinema. Come cambiò Hollywood nel 1918 con l'influenza spagnola che uccise 50 milioni di persone in un solo anno? È quello che spiega lo storico William Mann in una lunga intervista rilasciata al sito Deadline dove parla dei cambiamenti radicali nel mondo del cinema molti dei quali voluti da Adolph Zukor, teorico della centralizzazione e verticalizzazione, che potrebbero ripresentarsi oggi con la stessa forza (come già accade per le piattaforme streaming).

"La chiusura dei cinema - spiega lo storico - potrebbe finire per avere un impatto significativo sui film come accade nel 1918-19. Nel 1921, a soli due anni dall'epidemia, il cinema non assomigliava per niente a quello del 1918. Una rivoluzione simile a quella delle piattaforme streaming che usano sostanzialmente il modello Zukor controllando allo stesso tempo produzione, distribuzione e visione dei film. Questo - dice Mann - farà fuori dal mercato tutti i più piccoli anche se si può immaginare che una piccola parte della produzione potrà ancora seguire il modello tradizionale". E ancora sulla figura di Zukor, "era un tipo affascinante, un cattivo con una visione. Uno che ha fatto fallire tante persone, ma allo stesso tempo ha creato l'industria cinematografica americana che ha poi funzionato per i successivi 60-70 anni. In un certo senso - ribadisce lo storico - la visione di Zukor del cinema è la stessa applicata dalle nuove tecnologie; è il modello di integrazione verticale, che significa controllo dall'alto verso il basso. Quindi Zukor ha pensato che, producendo film, voleva essere in grado di controllare come sono distribuiti e mostrati. In questo modo, prendendo il controllo di tutti gli aspetti dell'industria cinematografica, eliminò i registi indipendenti, molti dei quali donne. Sfruttò insomma la pandemia per costruire il suo nuovo modello".

Quanto durerà la crisi? "Difficile da prevedere. Certo la Hollywood del 1918 non è tornata alla normalità per almeno un altro anno. Ci volle infatti molto tempo per recuperare le grandi perdite economiche e riaprire tutto. Spero che le misure prese oggi siano più coerenti di quelle di allora, ma è certo che ci sarà un po' di sofferenza economica".

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