Cultura

Avati, i miei 80 e la collina della vita

Nel futuro Dante, Lei mi parla ancora e Polesine

Redazione Ansa

Il regista e scrittore Pupi Avati, ottanta anni il 3 novembre, ha tanta vita alle spalle e altrettanta voglia di vivere. Così nel suo futuro, a parte 'Il signor Diavolo' in sala a marzo, ancora tre film 'necessari' da fare: uno su Dante; uno ispirato al libro di Giuseppe Sgarbi 'Lei mi parla ancora' e uno dedicato all'alluvione del Polesine del 1951: Floating coffins. Raggiunto telefonicamente dall'ANSA, il regista, classe 1938, racconta la sua visione del tempo attraverso una metafora che viene da quel mondo contadino che lui ama tanto. Ecco quello che ha detto di passato e futuro:

- LA COLLINA DELLA VITA - La cultura contadina vede la vita come una collina sulla quale si sale credendo che, arrivando alla cima, ti accadrà tutto quello che ti aspettavi e credi aver meritato. Per esempio: essere più amato e considerato. Ma la vita è in realtà un'ellisse. Si percorre il primo quarto, dalla nascita fino all'adolescenza, dove impari tutto: camminare, mangiare e vivere con la convinzione che tutto ciò che ti accade sarà per sempre. I bambini infatti non hanno la sensazione della deperibilità, pensano che la loro madre ci sarà per sempre e che tutte le cose resteranno uguali. Nella seconda fase dell'ellisse si passa poi dall'adolescenza all'età adulta. Qui si impara un mestiere e si è proiettati verso il futuro. Ma questa fase la ragione non ti fa più credere all'immutabilità delle cose. Nella terza fase poi arrivi alla cima della collina e ti accorgi che il primo tratto dell'ellisse era infinitamente più interessante di quello che verrà dopo. Qui avviene lo scollinamento, ovvero inizi a guardare al passato con nostalgia, il fisico poi comincia a diventare recalcitrante e tutto quello che ti era facile fare diventa complicato. Tutto questo precede la quarta parte: la vecchiaia. La parte parte più spaventosa e affascinante. In questa fase vorresti tornare a essere bambino, hai nostalgia dell'infanzia, diventi fragile e somigli sempre più al bambino che sei stato.

I vecchi e bambini comunicano molto bene perché sono entrambi vulnerabili. È per questo che li vedi ridere e piangere con tanta facilità. C'è in loro la voglia di tornare indietro, di tornare a passeggiare, mano nella mano, con mamma e papà .

DANTE - Per questo film mi ispirerò al Trattatello scritto da Boccaccio che nel 1350 andò a Ravenna per incontrare la figlia suora di Dante, Beatrice, e consegnarle dieci fiorini d'oro a nome dei capitani della compagnia di Orsanmichele a risarcimento del male fatto a suo padre. Lì Boccaccio iniziò a scrivere una suggestiva biografia di Dante. Un film questo da girare nel 2021 e che ha già il patrocinio del governo e dell'Accademia della Crusca.

FLOATING COFFINS - Mi ispirerò all'alluvione del Polesine del '51 per Floating Coffins. In quell'occasione si allagarono paesi e cimiteri, con tanto di bare che emersero perdendosi nella piena del Po. Nel paese di Lio Piccolo le bare di due fratelli non vennero più trovate e da lì iniziò una serie di misteriosi delitti LEI MI PARLA ANCORA è invece un film sull'amore 'per sempre' ispirato al libro omonimo di Giuseppe Sgarbi, padre del critico d'arte, che racconta l'immenso dolore di quest'uomo alla morte dell'amata moglie che conosceva da ben 64 anni. Per il ruolo del protagonista mi piacerebbe avere Johnny Dorelli mentre per quello della moglie mi affiderei a tre diverse attrici.
   

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