Cultura

Paolo Genovese, ecco il mio lato oscuro

A Cortinametraggio, nel libro-film 4 personaggi 'caduti'

Redazione Ansa

"In Perfetti sconosciuti ho raccontato quanto poco conosciamo le persone che ci stanno intorno e in The Place di quanto poco conosciamo noi stessi.
Sono due film sulla conoscenza dell'essere umano e quando scaviamo troviamo sempre dei vermi, il lato oscuro. Anche nel mio romanzo 'Il primo giorno della mia vita' (che forse diventerà un film da girare a New York) c'è il lato oscuro, ma che si trasforma alla fine in un inno alla bellezza". Così Genovese si racconta a Cortinametraggio parlando di futuro, del suo prossimo libro e anche di The Place, ultimo su coraggioso ed eccentrico film che, nonostante le otto candidature ai David, non ho ottenuto nessuna statuetta.
"Mi interessa insomma di quanto poco conosciamo l'essere umano, del suo lato oscuro, nascosto, visto che quello felice lo tiriamo fuori. Anche il romanzo che uscirà con Einaudi e il libro sulla forza di ricominciare, sulla forza di apprezzare la vita dopo che abbiamo toccato il fondo. Questo romanzo racconta la storia di quattro persone, completamente diverse tra di loro, che cadono. C'è una poliziotta che ha perso un figlio, un manager molto ricco che fa il motivatore, una ginnasta finita sulla sedia a rotelle e un bambino divo della pubblicità. Tra di loro c'è un filo rosso: sono persone cadute, persone stanche della vita che pensano di essere sconfitte e invece reagiscono.
Trovano la forza di rinnamorarsi della vita, per fare questo devono combattere i loro demoni. Quattro persone che si incroceranno per una casualità assoluta. Al di là della trama questo è comunque un film sulla bellezza della vita".
In The Place "Mastandrea - sottolinea Genovese -, ad esempio, è una specie di novello Faust in un film che mette l'uomo e il suo libero arbitrio al centro di tutto. Non sono credente, ho una spiritualità interna".
E dice ancora il regista sul destino di questo libro-film: "Intanto voglio che prima esca il romanzo anche per percepire come lo avverte il pubblico e capire poi cosa fare, ma non è detto che sarà il mio prossimo film".
"Non mi ritengo una scrittore - aggiunge -, mi piace solo raccontare storie e mi piace farlo in mille modi. Non ho riferimenti letterari precisi e credo che la mia scrittura sia, alla fine, più che letteraria in stile cinematografico".
La mancanza di premi di David per The Place? "Avere otto nomination mi sembra una cosa buona, un successo.
Il film era tra i primi cinque in tutte le maggiori categorie. È un film che avuto critiche pessime, stroncature, insieme a grandi elogi. È un lavoro molto riflessivo, molto diverso con un andamento drammaturgico per certo versi originale. E questo ha un prezzo".

   

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