Cultura

Tonya, la pattinatrice disposta a tutto

Oscar non protagonista, ritratto choc riabilita sportiva Usa

Redazione Ansa

Gli americani vogliono qualcuno da amare e poi vogliono qualcuno da odiare, in modo semplice. La storia di Tonya Harding, la pattinatrice su ghiaccio protagonista nel 1994 di uno dei piu' grandi scandali sportivi, racchiude tutto questo e lo sintetizza. Il film Tonya (I, Tonya titolo originale) di Craig Gillespie - in sala in Italia per Lucky Red dal 29 marzo reduce dall'Oscar per la migliore attrice non protagonista (Allison Janey) e dei primi ai Golden Globe e agli Independent Spirit Award, dopo i successi a Toronto e al Roma Film Festival - potrebbe avere per sottotitolo 'una storia americana'.
Nella vicenda della Harding, che fu la prima atleta americana ad eseguire il famoso difficilissimo triplo salto axel, c'e' tutta la cultura americana, i suoi stereotipi che come spesso capita sono anche delle verita' sociali. Margot Robbie, che lo ha anche prodotto, si e' trasformata in Tonya, la ragazzona dell'Oregon che non ha mai conosciuto abbracci materni, e' venuta su a botte, ma dentro ha una carica immensa, persino trasgressiva nel mondo delle principesse del pattinaggio.
Il film, scritto da Steven Rogers, ricostruisce la favola nera della Harding nel pieno degli anni '90 (colonna sonora cult) il suo up ai campionati nazionali statunitensi, il suo down drammatico, la sua immensa popolarita'. Poco prima che scoppiasse il caso O.J.Simpson la vicenda fu un caso eclatante e sconvolgente: la promessa del pattinaggio Nancy Kerringan, amica ma soprattutto rivale della Harding, fu colpita al ginocchio da uno sconosciuto e dovette ritirarsi. L'indagine dell'Fbi ricondusse al marito di Tonya e a lei stessa la colpa di aver pagato un killer per aggredire e mettere fuori gioco Nancy.
Le cose andarono davvero cosi'? Al termine del processo, Tonya fu condannata praticamente a morte, ossia espulsa dalle associazioni di pattinaggio, le fu vietato di pattinare ancora, di gareggiare, oltre a prigione e risarcimenti. Il film invece inquadra quello scandalo sportivo nel suo contesto e Tonya, oltre che essere la 'sua' versione dei fatti, ha anche il sapore della riabilitazione oltre 20 anni dopo.
Al di la' della vicenda sportiva, il film biografico e drammatico emoziona con il ritratto di questa ragazza di provincia, sui pattini a 3 anni, povera che si cuce i vestiti da sola e ha voglia di arrivare in un mondo classista che rifiuta la sua immagine chiassosa, la sua provenienza da una famiglia disgregata. Tonya succube della madre mostro, del marito Jeff Gillooly che dice di amarla ma la picchia duramente, Tonya che vuole solo pattinare e far vedere quanto e' brava, Tonya che e' se stessa solo quando piroetta incredibilmente sul ghiaccio cercando l'approvazione di tutti mentre intorno sembra avere un mondo contro: la madre, il marito, i giudici che non le danno mai il punteggio che merita perche' lei si ostina ad essere punk nel mondo delle perfettine.
L'interpretazione della Robbie non si dimentica e bravo e' il resto del cast a cominciare dalla perfida madre padrona LaVona (Allison Janney che ha meritato l'Oscar), il marito Jeff (Sebastian Stan), l'allenatrice Diane (Julianne Nicholson). Al termine della storia i volti veri dei protagonisti in spezzoni d'epoca mentre i titoli di coda avvisano che Tonya oggi disegna giardini e si e' risposata felicemente e tiene a dire di essere una buona madre. 

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