Cultura

Il pianeta delle scimmie, apocalisse e sentimenti

In sala la terza parte della serie firmata da Matt Reeves

Redazione Ansa

Un Cesare un po' imbiancato, sempre più umano, quando gli umani ormai non lo sono più, ma con ancora tanta voglia di combattere forse questa volta più per la famiglia che per la sua stessa razza. Insomma un clima sepolcrale e molti ammiccamenti alla lacrima e alla favola, per The War - Il pianeta delle scimmie, (in sala dal 13 luglio con la Fox) terzo film della trilogia tratta dal classico del 1968 che vedeva allora protagonista Charlton Heston, diretto ancora una volta da Matt Reeves.

Gli occhi recitanti di Andy Serkis , nel ruolo di Cesare, leader delle scimmie, questa volta più che furiosi inclinano alla malinconia come d'altronde la storia di questa terza parte (e ultima?) richiede. Siamo in piena rivoluzione delle razze. Dopo il virus e l'epidemia, raccontati in Rise of the Planet of the Apes (L'Alba del Pianeta delle Scimmie), il mondo è del tutto cambiato. Gran parte degli uomini è in piena regressione animale (hanno perso la parola e la stessa ragione) mentre le scimmie cominciano a parlare e anche a ragionare con quella sensibilità animale che alla fine è sicuramente un valore aggiunto. Ma siamo all'ultimo round e la lotta è ormai per la sopravvivenza, in gioco c'è chi vivrà sulla terra e questo rende tutto più aspro e difficile.

Ma, nonostante il titolo, in The War - Il Pianeta delle Scimmie (War for the Planet of the Apes), di guerra se ne vede ben poca. A prevalere sono le ragioni, le paure e le strategie dell'una e dell'altra parte. Da un lato c'è il condottiero Cesare, colpito nel cuore della famiglia, e che immagina, da buon visionario, scenari di futura pace nonostante tutto, e dall'altro il Colonnello (Woody Harrelson), una specie di Kurtz di Apocalypse Now, che ha in cuore una sola mission: eliminare ogni scimmia nel paese. E questo, a parte la sua interessante passione per Jimi Hendrix. Nel segno della favola e della voglia ostinata di suscitar lacrime da parte del regista, non manca un personaggio, tra Cappuccetto rosso e la bambina dal cappotto rosso di Schindler's List di Spielberg, con il nome, forse non a caso, di Nova. Accolta dalle scimmie e colpita nella parola, come è per molti umani, il suo candore la rende quasi invulnerabile. Esattamente a metà tra le due razze, forse è lei la sola speranza di questo mondo in guerra e potrebbe essere parte di quel futuro che però il film non fa certo prevedere.

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