Cultura

Grassadonia-Piazza, tv abusa della mafia

Nostra favola nera su piccolo Di Matteo per sanare ferita aperta

Redazione Ansa

(ANSA) - CANNES, 18 MAG - Il piccolo Giuseppe Di Matteo, sequestrato a 12 anni il 23 novembre 1993, 779 giorni in mano ai rapitori su ordine di Giovanni Brusca, ridotto ad una larva e poi strangolato e sciolto nell'acido l'11 gennaio 1996, "è una ferita aperta". Una ferita che Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, palermitani, hanno voluto curare con un film, bello ed emozionante, che al Festival di Cannes ha aperto la Semaine de la Critique ed in contemporanea è in sala con Bim: Sicilian Ghost Story. "La mafia è diventata un genere e se ne abusa nelle tante, troppe fiction che provocano appiattimento nelle storie, le fa diventare tutte uguali, interscambiabili, le annacqua con racconti drammaturgicamente poveri. Delle vittime di mafia non si parla abbastanza, oppure ti capita di trovare chiuso il bunker di Brusca diventato il Giardino della Memoria dedicato al piccolo Di Matteo persino nel giorno del ventennale del suo assassinio. Ecco, volevamo strappare questo bambino innocente alla dimenticanza".
   

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