Cultura

Giallini e Santamaria a recupero crediti

Coppia in nero per 'Rimetti a noi i nostri debiti'

Redazione Ansa

Un personaggio "che lotta per la sua sopravvivenza in una società che ci costringe a fare cose che non ci piacciono, superando anche il confine tra legale e illegale". Così Claudio Santamaria descrive il ruolo di Guido, apprendista recuperatore di crediti in 'Rimetti a noi i nostri debiti', il film di Antonio Morabito, arrivato oggi all'ultimo giorno di riprese a Roma. A istruire Guido è il cinico Franco, affermato e spregiudicato nel suo mestiere, interpretato da Marco Giallini.
Il set di oggi è in un ristorante sull'Ostiense ''dove Franco insegna a Guido la gratuità di un'umiliazione, su una cameriera'' spiega Giallini. A produrre sono 'La luna', 'Lotus' con Rai Cinema in coproduzione con Svizzera, Albania e Polonia.
''Parlo di un altro mestiere, abbastanza paradossale, come ho fatto in Il venditore di medicine (dove aveva già diretto Santamaria)'' dice Morabito. L'idea per la storia l'ha avuta da un articolo di 'El Pais' ''che trattava del 'Cobrador del frac' una società di recuperatori di credito spagnoli che vanno dai loro debitori vestiti in eleganti frac facendoli vergognare e mettendoli alla gogna, esercitando un vero e proprio stalking - spiega -. Poi avevo letto che in Italia è legale per le banche vendere pratiche con debitore annesso, a società di recupero crediti. E' quello che succede nel film''. Guido è un precario, e per i suoi debiti viene picchiato: ''Capisce che l'unico modo per risolvere i propri problemi è andare a lavorare per i suoi esattori - aggiunge il regista -. E il training è affidato a uno dei recuperatori più affermati, Franco, che ha i suoi scheletri nell'armadio''. E' un film di denuncia? ''Ho dei problemi con quella definizione... è un viaggio profondo nei due personaggi''. Guido, sottolinea Santamaria, ''fa come quando non hai i soldi per pagare al ristorante e vai a lavare i piatti, solo che qui le mani ti rimangono sporche. E' costretto a fare delle cose che lo mettono di fronte a se stesso e ai lati oscuri del proprio carattere''. Franco invece, commenta Giallini (che vedremo a febbraio di nuovo in commedia con Beata ignoranza di Massimiliano Bruno) ''è già bello dentro il suo lato oscuro.
Ogni tanto qualche dubbio ce l'ha ancora ma quella è la sua strada. Gli importa solo della sua famiglia''. La tecnica di recupero crediti dei due è definita da Morabito ''tragicomica e bizzarra''. Si sviluppa ''in tre fasi - dice Giallini -. Dalle due chiacchiere, al fare paura fino a scivolare nell'illegalità''. In alcun momenti ''ci sono anche toni da black comedy'' commenta il produttore Amedeo Pagani -.
Raccontiamo personaggi che nella realtà possono agire grazie al vuoto normativo e alla corruzione''. In Italia, dove dominano le commedie, è difficile fare un film su questo tema? ''No, perché e una realtà che esiste e che tutti conoscono. Poi con questi due giovanotti di belle speranze è stato facile''.
Rimetti a noi i nostri debiti, tutto ambientato a Roma, unisce la periferia di Primavalle (''Credo che non si girasse un film là da Europa 51'' dice Morabito) a quella del centro produttivo di Prati e l'Eur. Tra gli altri personaggi Rina (Flonja Kodheli), barista che stringe un forte legame con Guido, la moglie di Franco (Agnieszka Zulewska) e un vecchio professore (Jerzy Stuhr): ''è un po' il mentore del mio personaggio - spiega Santamaria, che ha in uscita Brutti e cattivi con Marco D'Amore -. Interpreta il mondo sul tavolo di un biliardo''.

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