Cultura

Servillo, monaco contro le banche

Nel film anche Daniel Auteuil e Favino

Redazione Ansa

Tra film denuncia alla Elio Petri e estetica alla Paolo Sorrentino, arriva nelle sale il 21 aprile distribuito da 01 'Le confessioni', film contro le banche e il potere finanziario. Protagonista assoluto Toni Servillo nei panni del monaco Roberto Salus, una sorta di scatola nera etica che piomba in un albergo di lusso in Germania dove sta per riunirsi un G8 dei ministri dell'economia pronto ad adottare una manovra segreta che si annuncia "apocalittica" per gran parte del mondo povero. Tra gli uomini di governo, ci sono anche il cinico direttore del Fondo Monetario Internazionale, Daniel Roché (Daniel Auteuil), il ministro italiano (Pierfrancesco Favino), canadese (Marie-Josee Croize), tedesco (Richard Sammel), giapponese (Togo Igawa), russo (Aleksei Guskov), americano (John Keogh) e britannico (Andy de La Tour).

Accade però un fatto tragico e la riunione deve essere sospesa. Infatti, unico testimone dell'ultima confessione allo spietato Roché, uno che non crede a nulla se non al potere finanziario, è appunto solo il monaco. Quali sono state le ultime parole del finanziere? Avrà forse rivelato la tragica e impopolare manovra? Da qui tutta una serie di incontri e eventi, in questo mega albergo che ricorda quello di 'Youth - La giovinezza', che coinvolgono polizia, ministri e altri due eterogenei ospiti del convegno: una scrittrice di libri per bambini (Connie Nielsen) e una rock star (Julian Oveden).

''Mi sembrava naturale proseguire sulle cose che mi assillano da sempre e fare una ricognizione sul potere e sull'economia oggi in crisi. Figure disorientate, incapaci di prendere decisioni, solo portavoce di un potere che è dietro loro e che vengono messe in discussione dalla figura di Servillo'', spiega il regista di Viva la libertà. E ancora Andò, che ha annunciato stamani un progetto Rai per una serie dedicata alla politica: ''al di là del titolo c'è ben poco de Le confessioni di Sant'Agostino''.

Riguardo a Petri: ''Todo modo è un film che amo molto e che ho rivisto da poco, ma a me interessa interrogare la politica sparigliando le carte, facendo un film non ideologico. Non mi interessava insomma fare la predica'', conclude Andò. ''Il mio personaggio è un ponte tra realtà e immaginazione. Un uomo singolare, un uomo di fede che si mostra persona credibile. Ce ne fossero di uomini così. Salus oppone a un mondo di fredde dichiarazioni ufficiali la sua dignitosa reticenza''. ''Non mi sono ispirato a nessuno - spiega invece Favino -. In questi ministri quello che mi impressiona è vedere come in loro ci sia un evidente distacco tra corpo e voce. Come se non ci fosse nulla di empatico, un distacco tra voce e corpo senza alcuna passione''. Frase cult del film: ''Voi avete un sistema perfetto: quello della mafia. Le banche come la mafia non devono dare conto a nessuno, ma quel sistema non riuscite ad applicarlo''. Infine incipit del film, una poesia di Ferdinando Russo recitata da Servillo: ''Quanno ncielo n'angiulillo nun fa chello c'ha da fà, 'o Signore int'a na cella scura scura 'o fa nzerrà''.

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