Cultura

Buon compleanno, gli 80 anni di Burt Reynolds

Redazione Ansa

  Buon compleanno Burt Reynolds. L’11 febbraio compie 80 anni. Nato a Lansing (Michigan) nel 1936, l’attore, regista e produttore statunitense di origini irlandesi e cherokee da parte di padre – al quale deve la sua pelle olivastra –, è stato uno dei più grandi divi hollywoodiani che il mondo del cinema abbia mai conosciuto. E pensare che il suo primo sogno, quello da bambino, era di giocare a football, ma a causa di un incidente la sua carriera da atleta viene interrotta. Teatro e piccolo schermo, dove debutta tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta, sono dunque, almeno inizialmente, un ripiego. È in questo periodo che recita nel western all’italiana diretto da Sergio Corbucci, Navajo Joe (1966), che Reynolds considererà sempre come la pellicola più brutta alla quale abbia mai preso parte, tanto da dichiarare che secondo lui il film doveva essere proiettato solo sugli aerei o nelle carceri, dove gli spettatori, non avendo alcuna via di uscita, sarebbero stati obbligati a guardarlo. Nonostante nel corso degli anni sia spesso finito al centro di numerose critiche, Reynolds ha sempre ricevuto grande rispetto da parte del pubblico di tutto il mondo.

   La sua filmografia, d’altronde, parla chiaro: tra il 1961 e il 2008, l’attore ha recitato in più di settanta pellicole. Il grande successo arriva nel 1972 grazie a Un Tranquillo Weekend di Paura al fianco di Jon Voight, anche se per molti è, e sempre sarà, il mitico regista pornografico Jack Horner, nel capolavoro di Paul Thomas Anderson del 1997, Boogie Nights – L’Altra Hollywood, al fianco di un giovanissimo Mark Wahlberg. Per quella parte, l’anno successivo Reynolds riceve una candidatura al premio Oscar come Miglior attore non protagonista, anche se a portarsi a casa la statuetta è il compianto Robin Williams, per la sua interpretazione in Will Hunting – Genio Ribelle.

  Il sesso è un argomento che torna spesso a galla quando si parla di Reynolds. Lo scorso dicembre infatti, nel corso di un’intervista rilasciata al programma britannico The Jonathan Ross Show, la star, che ha sempre fatto lo stuntman di se stesso ma che oggi fatica a camminare, aveva confessato: “Ho fatto troppe acrobazie nella mia vita professionale e questo ha segnato anche la mia vita sessuale”. E ancora: “È imbarazzante quando hai una donna tra le braccia, la lanci sul letto e ti accorgi che ti è uscito l’osso del ginocchio”. Il sesso, purtroppo, c’entra anche quando su di lui hanno iniziato a circolare molte voci secondo le quali l’attore sarebbe sieropositivo. A tal proposito, nella sua biografia pubblicata lo scorso anno, But Enough About Me: A Memoir, Reynolds risponde piccato alle illazioni di cui fu vittima all’inizio degli anni Ottanta, quando la scoperta e la diffusione dell’AIDS aveva iniziato a terrorizzare il mondo intero: “Dicevano che avevo contratto il virus dell’HIV e che stessi morendo di AIDS. Non potevo fare molto per zittirli, solo pensare a un modo per combattere la speculazione. Dovevo continuare a lavorare, era l’unica possibilità che avevo per metterli a tacere. È stato un periodo della mia vita davvero terribile”. Reynolds è sempre stato un grande latin-lover: sposatosi due volte, la prima con la collega Judy Carne dal 1963 al 1965 e la seconda con Loni Anderson dal 1988 al 1995 (i due adottarono un figlio, Quinton), tra i suoi flirt figurano anche i nomi di altre due bellissime attrici come Inger Stevens e Sally Field oltre alla cantante Dinah Shore e la tennista Chris Evert.

 

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