Cultura

Un bambino scomparso In fondo al bosco

Prodotto da Sky con Onemore, in sala dal 19 novembre

Redazione Ansa

   Tra fantasy, horror e thriller e in parte ispirato a fatti della recente cronaca italiana che spesso superano la fantasia. Questa la miscela usata da Stefano Ludovichi (Aquadro) per il suo secondo film, In fondo al bosco, in sala dal 19 novembre in 80 copie e prodotto da Sky con Onemore. Film che, tra l'altro, ha il primato di essere il primo lungometraggio della pay tv Sky distribuito in sala grazie a Notorius. Siamo nel 2010 in Trentino, Val di Fassa, in un paesino tra le montagne, dove si svolge il 5 dicembre la tradizionale festa dei Krampus, dove tutta la comunità si veste da diavolo per accompagnare San Nicolò e andare anche a caccia dei bambini cattivi. Ma questa volta un bambino scompare davvero: Tommi. Tutta la comunità e i media pensano che la colpa sia del padre, Manuel Conci (Filippo Nigro), un uomo che ha avuto problemi con l'alcool. La madre del bambino, Linda (Camilla Filippi), una donna fragile e insicura, non si dà pace e accusa anche lei il marito della scomparsa di Tommi, ma solo per il fatto di averlo perso di vista. Da qui il loro matrimonio entra inevitabilmente in crisi. E quando il loro figlio, dopo qualche anno ricompare, ritrovato in un cantiere della periferia di Napoli, a Manuel e Linda sembra un miracolo. Ma c'è un problema non da poco. Il ragazzo, nonostante abbia lo stesso Dna di Tommi, cosa certificata da Hannes Ortner (Stefano Detassis) commissario del paese, non sembra affatto lui. Fa cose strane, non parla, e ha atteggiamenti violenti. Chi è davvero questo ragazzo? E' il Diavolo, come molti dicono nel paese, o è vittima di qualcosa che nessuno riesce a decifrare? ''C'è un filo rosso tra tutti i miei lavori - spiega oggi il regista in conferenza stampa - ed è quello del rapporto tra genitori e figli. Specie per l'inizio di questo film, ad esempio, ho pensato molto ad ET''. Riferimenti al caso Cogne e la Franzoni? ''Non ci sono riferimenti specifici a nulla. Anche se il punto di partenza potrebbe far pensare alla cronaca. Sotto quella maschere di Krampus certo si nasconde qualcosa, ma non qualcosa di horror, ma piuttosto di misterioso''. E aggiunge Ludovichi: ''ho 32 anni. E sono così figlio in qualche modo di Spielberg e Ridley Scott, ma anche di Hitchcock, Polansky e Von Trier. Specie, per quanto riguarda quest'ultimo, per il suo rapporto con la natura che mi ha influenzato molto in questo film''. Il bosco che si racconta in questo lavoro: ''è - conclude il regista - anche il bosco che c'è in tutti noi, un dedalo che appartiene a tutti''. Dice invece Nigro: ''I molti passaggi emotivi del mio personaggio erano per me una sfida. Manuel è un uomo che ha tutti contro. Viene descritto come un debole, ma solo perché si sente in colpa per aver perso figlio. Insomma un personaggio devastante da interpretare''. Nel futuro di Stefano Ludovichi un altro fantasy: 'Pip Fisher and the secret of Otzi'

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