Cultura

Yayoi Kusama si scusa per i commenti razzisti

Alla vigilia della grande mostra che le ha dedicato il SfMoMA

Yayoi Kusama

Redazione Ansa

 Alla vigilia della grande mostra che le ha dedicato il San Francisco Museum of Modern Art, Yayoi Kusama ha fatto mea culpa per passate affermazioni razziste. La popolare artista giapponese ha espresso "profondo rincrescimento" per aver aver usato parole spregiative nei confronti degli afro-americani.
    Le pubbliche scuse sono state diffuse dal SfMoMA e pubblicate dal San Francisco Chronicle: "Il mio messaggio è sempre stato all'insegna dell'amore, della speranza, della compassione e del rispetto per tutte le persone. Il mio obiettivo nella vita e sempre stato di elevare la gente attraverso l'arte. Mi spiace per il dolore che ho provocato".
    Kusama è una delle artiste più popolari del momento: 94enne, dagli anni Settanta vive in un ospedale psichiatrico del Giappone che lascia solo per lavorare o fare passeggiate. Tra zucche, pois, sfere e 'infinity room' a base di specchi, le sue mostre attirano regolarmente centinaia di migliaia di persone. A fare ombra all'ultima di San Francisco è tornato però a galla un memoir del 2002 in cui la giapponese caratterizzò gli afro-americani come "esseri primitivi e ipersessualizzati".
    Nell'edizione originale Kusama parlò del quartiere di Greenwich Village a New York, dove aveva abitato da giovane, come uno "slum" dove "i prezzi crollavano di cinque dollari al giorno" a causa "degli afro-americani che si sparavano l'un l'altro e i senzatetto che dormivano in strada". Queste frasi, cancellate dall'edizione inglese dell'autobiografia pubblicata nel 2011, erano state rintracciate dal giornalista e documentarista Dexter Thomas per il sito specializzato Hyperallergic provocando una levata di scudi nella comunità afro-americana di San Francisco. Thomas, che parla bene il giapponese, aveva anche notato che in un racconto di Kusama del 1984, The Hustler's Grotto of Christopher Street, venivano rappresentati in maniera "grottesca e voyeuristica" gli odori e i genitali di personaggi di colore, con un trattamento risparmiato invece ai protagonisti bianchi.
    In una dichiarazione a Hyperallergic, il direttore del SfMoMA Chris Bedford ha detto che il museo "è decisamente contrario alle posizioni anti-neri di Kusama e di chiunque altro" e annunciato che l'anno prossimo sarà organizzato un panel per discutere le sue controverse affermazioni. "Come istituzione il SfMoMA sta studiando come presentare l'opera di artisti che sono allo stesso tempo visionari e problematici: che hanno creato opere che ispirano ma hanno anche alle spalle una storia di pregiudizi e comportamenti dannosi".
    La polemica non è la prima causata dalla mostra di Kusama. Il SfMoMA e' stato criticato per aver aumentato a 30 dollari il prezzo della mostra che include due 'stanze degli specchi' in cui il pubblico può fermarsi appena due minuti. A dispetto dei costi, la rassegna ha tuttavia registrato il tutto esaurito fino alla fine di novembre. (ANSA).
   

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