Cultura

Il Compianto di Ilario Fioravanti in mostra a Bologna

Dal 30 marzo al 25 settembre in Santa Maria della Vita

Redazione Ansa

(ANSA) - BOLOGNA, 29 MAR - Scultore, architetto, intellettuale, uno degli artisti più interessanti e originali del Novecento italiano: nel centenario della nascita del cesenate Ilario Fioravanti, Genus Bononiae e Il Vicolo - Sezione Arte di Cesena hanno allestito la mostra 'Ilario Fioravanti.
    Epifanie del dolore e della gioia' in programma a Santa Maria della Vita (via Clavature, 8) a Bologna dal 30 marzo al 25 settembre. La mostra, curata da Marisa Zattini, fondatrice de II Vicolo - mette a confronto due differenti concezioni di intendere il dolore nell'arte sacra: quello teatrale e urlato del celeberrimo Compianto sul Cristo morto realizzato più di cinque secoli fa da Niccolò dall'Arca, e il Compianto trattenuto, doloroso ma altrettanto drammatico scolpito da Ilario Fioravanti nel 1985, abitualmente ospitato dalla Chiesa del Suffragio di Longiano, nel forlivese.
    "Architetto di stampo rinascimentale, Fioravanti disegnava e ragionava prima di affrontare un'opera - ha spiegato la curatrice Marisa Zattini alla presentzione del progetto -. Le sue opere sono realizzate con colori che hanno il sapore di antico. Fioravanti dipingeva, infatti, quando le sue terrecotte erano ancora fresche".
    Il percorso espositivo, che si sviluppa nelle sale dell'Oratorio e del Museo adiacenti alla Chiesa di Santa Maria della vita, comprende anche quattro Maddalene (1982) e alcune gigantografie di disegni preparatori scelti dai diari dell'artista. Assieme a una selezione di opere dal tema sacro come una Via Crucis in terracotta ingobbiata e incisa, e, a completamento, Il bacio di Giuda del 1995, La Veronica (1989), II miracolo del pane e dei pesci (2003) ed Effeta (2003). "Si tratta di un universo immaginifico, frutto di un'esperienza feconda: sono tutte epifanie in terracotta policroma in cui il tema del sacro e del profano, del terreno e dello spirituale, dell'umano e del divino si incontrano nel significativo evento cristiano, reinterpretato in chiave contemporanea, imprimendo nella materia il realismo delle emozioni e i sentimenti del dolore e della gioia". (ANSA).
   

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