Cultura

Pittore e poi grande scultore, Pietro Cascella inedito

A Villa Torlonia a Roma cento opere sugli esordi dell'artista

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 04 DIC - "La scultura non è altro che la memoria... E' un sogno di pietra, una trasposizione delle emozioni", disse in occasioni diverse Pietro Cascella indicando cosa cercava di cogliere il suo sguardo sulla realtà. Ma prima di diventare un maestro nel modellare la materia - fosse appunto pietra, ceramica, cemento, bronzo o altri metalli - il maestro pescarese era stato disegnatore e pittore, vicino negli anni Quaranta a un astrattismo e a un uso del colore che guardava ai grandi che lo avevano preceduto, Picasso in particolare. Alla sua attività degli esordi a Roma è dedicata la bella mostra 'Pietro Cascella inedito', allestita fino al 19 marzo a Villa Torlonia a Roma dal Comitato Nazionale per le celebrazioni nel 2021 del centenario della nascita.
    Nel Casino dei Principi oltre cento opere con molti inediti, provenienti per lo più dal museo che gli ha intitolato la sua città natale, concorrono a descrivere la produzione di due decenni, dal 1938 al 1961. Cascella ebbe subito i suoi riconoscimenti, dimostrati dalla partecipazione alla IV Quadriennale romana nel 1943 e alla Biennale di Venezia nel 1948. Nei primi disegni di soggetto rurale è evidente il legame con la sua terra d'origine. Nelle tele, invece, sperimenta linguaggi diversi, dall'espressionismo della Crocifissione del 1942 al post cubismo di Donna d'Abruzzo del 1948. Pietro, però, guardava alla Capitale, è qui che volle trasferirsi a tutti i costi, anche contro il volere della famiglia. Dal 1949, dunque, cominciò a lavorare la ceramica e a modellare la terracotta, il peperino dei Castelli Romani e il travertino di Tivoli, il cotto e il travertino di Borromini per le prime sculture, con il fratello Andrea, la moglie Anna Maria Cesarini Sforza e Fabio Rieti, nella fornace di Valle dell'Inferno, a poca distanza dal Vaticano. (ANSA).
   

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