Cultura

Mostre: Giulio II e Raffaello, nuova stagione Rinascimento

Bologna, alla Pinacoteca Nazionale dall'8 ottobre al 5 febbraio

Redazione Ansa

(ANSA) - BOLOGNA, 06 OTT - Bologna si scopre città del Rinascimento: un progetto espositivo e un itinerario accendono i riflettori su quanto abbia significato l'arrivo di artisti come Raffaello, Michelangelo o Bramante, che coincise con la presa del potere dello Stato della Chiesa, nella persona di Papa Giulio II della Rovere. È proprio l'arrivo a Bologna del 'Ritratto di Giulio II', capolavoro tra i massimi di Raffaello, tra i tesori della National Gallery, che prende avvio la mostra 'Giulio II e Raffaello', dall'8 ottobre al 5 febbraio alla Pinacoteca Nazionale, che per l'occasione rivede l'intera sezione dedicata al Rinascimento con un nuovo itinerario di visita che approfondisce il percorso relativo all'arte bolognese dall'epoca dei Bentivoglio all'incoronazione di Carlo V.
    Il ritratto londinese, sicuramente di Raffaello, è il primo di una discussa serie di copie e rifacimenti. Il capolavoro raffigura il Pontefice scardinando ogni tradizione iconografica: non un'asettica figura ieratica, ma un uomo reale, capo spirituale ma anche fortemente capo temporale, uomo d'azione oltre che di fede. Bologna, con la vicina Ferrara, contava all'epoca su artisti di grandissimo valore: Francesco del Cossa, Ercole dè Roberti, Lorenzo Costa, tra i ferraresi che operavano in città, accanto ai bolognesi Francesco Francia e Amico Aspertini, impegnati in committenze di rilievo. Gli artisti che avevano avuto il ruolo di protagonisti nel periodo bentivolesco si trovano a misurarsi con Michelangelo, Raffaello e Bramante e a confrontarsi con un altro mondo, una rivoluzione cui consegue la diaspora dei maestri bolognesi. Tra le opere emblematiche di questo momento l'Estasi di Santa Cecilia di Raffaello, realizzata durante il papato di Leone X. Gli anni travagliati che portano al Sacco di Roma nel 1527 condussero a Bologna un'altra personalità di spicco: il Parmigianino, in città tra il 1527 e il 1530: la sua arte è documentata dal confronto tra la Santa Margherita della Pinacoteca e la Madonna di San Zaccaria, che giunge dagli Uffizi. Con queste opere si arriva a un nuovo momento centrale per Bologna, quello dell'incoronazione di Carlo V da parte di Clemente VIII, conclusione della mostra. (ANSA).
   

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