(di Luciano Fioramonti)
(ANSA) - ROMA, 08 MAG - Sembra proprio uscito dalla tela il
cavaliere di legno che Fortunato Depero 'plasmò' quasi cento
anni fa. La scultura più grande conosciuta fino a oggi
dell'artista di Rovereto, un pezzo da museo, è in mostra in
queste settimane a Roma nello spazio minuscolo della galleria
Futurism & Co, accanto a capolavori di artisti dell' avanguardia
artistica fondata da Filippo Tommaso Marinetti. Depero, uno dei
nomi di punta del movimento, mise mano all' opera tra il 1927 e
il 1928, pochi mesi dopo aver concluso il dipinto ''Solidità di
cavalieri erranti'', oggi conservato nel museo da lui stesso
progettato nella sua città. Il soggetto è lo stesso, il corpo
del cavaliere e del cavallo hanno l' identico profilo geometrico
spigoloso, l' animale è di colore grigio scuro con due sole
zampe nere, la figura umana ha la testa e le braccia rosso vivo,
il corpo grigio chiaro, il profilo e l' interno giallo.
La scultura è rimasta per 70 anni nella cantina di un amico
dell' artista. Fu scoperta quindici anni fa e venne acquistata
da Massimo Carpi, collezionista di capolavori futuristi e non
solo, che l' ha fatta restaurare riportandola alla bellezza
originaria. La struttura - esposta ora nella galleria nel
cuore di Roma gestita dalla figlia Francesca - è alta un metro e
venti e conserva la patina originale. ''E' un pezzo unico, una
scultura forse concepita per essere esposta assieme al dipinto,
già nel 1927, o per seguire l' autore a New York l' anno
successivo - dice Maurizio Scudiero, curatore dell' archivio e
massimo esperto dell' artista -. Poi, invece, visti i costi di
trasporto che Depero dovette sostenere per tutti i materiali che
voleva portare con sé, rimase in Italia''. Depero, spiega lo
storico dell' arte, lavorò a questo tipo di soggetto verso la
metà degli anni Venti ''riprendendo la solidità delle figure
dalle marionette dei suoi Balli Plastici del 1918 inquadrandole
in una dimensione futur-metafisica''. Gli stessi cavalieri
trovarono posto anche in un grande arazzo di proprietà di una
grande gallerista romana ed esposto recentemente al Mart. La
scultura molto probabilmente aveva anche una lancia o un
tridente, - lo proverebbe un foro all' altezza della mano -
forse per richiamare l' idea del Cabaret del Diavolo, il locale
che Depero aveva aperto a Roma dove appunto aveva disegnato un
diavolo con un tridente. ''Chi conosce i dipinti ha l'
impressione di vedere il cavaliere uscire dal quadro - osserva
Scudiero -. Trovarselo davanti e potergli girare intorno dà la
sensazione della pittura che si fa scultura, che esce dalla
tela, una circostanza che capita raramente. Il cavaliere in
questo caso non solo si vede ma, volendo, si può anche toccare
per sentirne la materia''.
Il capolavoro di Depero esposto nel piccolo spazio a due
passi da Piazza di Spagna è in buona compagnia. Sulle pareti
campeggiano perle futuriste di grandissimo pregio, provenienti
anche da collezioni private. Tra le tele, spiccano la maestosa
''Donna e Ambiente'' del 1922 del pittore e filosofo svizzero
Federico Pfister De Pistoris; 'Paesaggio Romano' di Enrico
Prampolini del 1934 con l' evocazione del tratto di un
acquedotto; ''Insidie di guerra'', bozzetto di Giacomo Balla del
dipinto interventista del 1915 conservato alla Galleria
Nazionale d' Arte Moderna; la grande tela dell' aeropittore
Giulio D'Anna ''Squadriglia aerea in azione'' (Bombardamento di
Guernica del 1937/38), ispirato al celebre dipinto di Picasso,
rara perché ambientata in uno scenario di guerra inusuale per l'
artista; il Ciclista del primo Gerardo Dottori, due serigrafie
di Umberto Boccioni, i disegni di Luigi Russolo e Carlo Carrà.
(ANSA).
Il cavaliere di Depero, eroe di legno in mostra a Roma
La scultura più grande del maestro alla Galleria Futurism Co