Cultura

Il Man di Nuoro omaggia Carlo Levi con una mostra

Esposizione "Tutto il miele è finito" aperta sino al 19 giugno

Redazione Ansa

(ANSA) - NUORO, 12 FEB - Il Man di Nuoro ospita la grande mostra antologica di Carlo Levi frutto dei suoi due viaggi in Sardegna, compiuti nel maggio 1952 e nel dicembre 1962. La mostra, dal titolo "Tutto il Miele è finito. La Sardegna, la pittura" - che rimarrà nel museo nuorese fino al 19 giugno - documenta l'intero arco della sua ricerca con 89 opere tra dipinti, disegni e incisioni, datate dal 1925 ai primi anni settanta e si avvale della collaborazione della Fondazione Carlo Levi di Roma e dei prestiti di musei, collezioni pubbliche e private. E' arricchita inoltre dal progetto speciale di residenza produttiva che ha visto coinvolta l'artista Vittoria Soddu con un triplice intervento realizzato grazie alla Fondazione Sardegna Film Commission.
    L'esposizione trae il titolo dall'omonimo libro dello scrittore, edito da Einaudi nel 1964, in cui Levi racconta i paesaggi naturali, culturali, poetici e politici in Sardegna. Il Man ricostruisce nella mostra - curata da Giorgina Bertolino - l'incontro fra l'artista e l'isola, offrendo l'occasione per immergersi nella sua pittura, dagli esordi alla maturità. Si tratta di una mostra monografica e un'ampia antologica, articolata sui tre piani del Museo e dedicata a un protagonista della storia e della cultura italiana del Novecento.
    "Sono molto felice di iniziare questo incarico con una esposizione così significativa dal valore storico e che restituisce una ricerca inedita della pittura di Levi In questa mostra traspare l'amore di Levi per la Sardegna che - dice la direttrice del Man Chiara Gatti - affonda nei paesaggi, nei volti delle persone. Opere che lo collegano alla scuola romana e ai movimenti artistici del suo tempo". "Il progetto della mostra inizia dalla rilettura di 'Tutto il miele è finito', un paesaggio-scritto che coinvolge e implica il corpo dell'artista, l'esperienza fisica sul terreno, l'ascolto dei suoni, dei canti e delle voci delle persone - ha aggiunto la curatrice - Oltre l'idea di un paesaggio pacificato, cristallizzato dalle retoriche della bellezza, i paesaggi sardi di Carlo Levi conservano intatta la loro capacità dinamica, cognitiva, politica". (ANSA).
   

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