Cultura

A Magazzino i sogni di sabbia di Costantino Nivola

50 pezzi tra cui le maquette per showroom Olivetti su 5th Avenue

Redazione Ansa

(ANSA) - NEW YORK, 07 MAG - Sole, acqua, sabbia: materiali comuni e elementi naturali lavorati con la tecnica del muratore e il sogno è di realizzarli grandi come edifici. Così l'artista sardo Costantino Nivola spiegava i suoi "Sandscapes", realizzati sulla spiaggia atlantica di Long Island dove si era trasferito nel 1948 e dove aveva cominciato a creare opere come quelle esposte da domani a Magazzino Italian Art, il museo nella Valle dell'Hudson dedicato all'arte italiana dalla metà del '900 al contemporaneo. Realizzata in collaborazione con la Fondazione Nivola e la famiglia dell'artista, la mostra presenta 50 tra rilievi eseguiti con la tecnica del "sandcasting", sculture in cemento e "maquettes" architettoniche tra primi anni '50 e i '70. Molte opere vengono dalla famiglia dell'artista, altre da musi americani come il Whitney. Secondo Antonella Camarda, direttrice del Museo Nivola, "durante la mostra, un filo ideale collegherà Orani e New York. Se la pandemia ha diviso le due rive atlantiche, Nivola ci riunirà".
    Quella di Nivola è "la storia di un immigrato italiano che fece degli Stati Uniti la propria terra, trovando spiriti affini in un ambiente di architetti e artisti come Le Corbusier e de Kooning", spiega Teresa Kittler, la curatrice della mostra. Nato a Orani, nel cuore della Barbagia, Nivola emigrò negli Usa nel 1938 con la moglie Ruth Guggenheim per sfuggire alle leggi razziali dell'Italia fascista e a New York divenne presto parte della scena artistica: Jackson Pollock, Lee Krasner e Saul Steinberg erano tra gli amici più stretti. Nel 1948 il trasferimento a Springs, sulla costa est di Long Island dove già si erano spostati tanti esponenti dell'espressionismo astratto. La tecnica del "sandcasting" nasce per gioco, dalle costruzioni di sabbia con i figli sulla spiaggia. Nivola traduce i suoi interessi per l'iconografia sarda, l'astrattismo e la figura umana in motivi scavati "in negativo" nella sabbia umida su cui venivano versate miscele di gesso e sabbia o di cemento che, una volta asciugate, diventavano rilievi scultorei. (ANSA).
   

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