(ANSA) - NEW YORK, 05 MAG - L'annuncio congiunto del divorzio
di Bill e Melinda Gates ha fatto discutere molto sul futuro
della fondazione, ma a mettere a rumore galleristi e case d'aste
è il destino dei capolavori della collezione accumulata dalla
coppia: tra i pezzi forti, il "Codice Leicester" di Leonardo da
Vinci che il fondatore di Microsoft acquistò all'asta da
Christie's nel novembre 1994, undici mesi dopo il matrimonio.
E' prematuro dire cosa succederà ai vasti asset nella
raccolta, scrive oggi "The Art Newspaper", argomentando d'altra
parte che a far girare le ruote del mercato dell'arte sono "tre
D", "death, debt e divorce", vale a dire morte, debiti e
divorzi. La raccolta dei Gates è piena di pezzi prestigiosi:
con una concentrazione sull'arte americana dell'Ottocento e del
primo Novecento, la collezione include un dipinto di Winslow
Homer pagato 36 milioni di dollari nel 1998, "Room of Flowers"
di Childe Hassam da 20 milioni, "The Nursery" di William Merritt
Chase (10 milioni di dollari) e "Polo Crowd" di George Bellows
comprato anonimamente per 27 milioni, oltre al codice di
Leonardo: 72 pagine manoscritte e illustrate di pugno
dell'artista che hanno trovato casa nella fantasmagorica
biblioteca della mansion di Seattle assieme ad altri libri rari.
A quanto pare i Gates sono arrivati al divorzio avendo
sottoscritto un accordo di separazione che dovrebbe evitare le
sanguinose battaglie che hanno contrassegnato la fine del
matrimonio di altri ricchi collezionisti. Primi tra tutti, gli
ex coniugi Harry e Linda Maklowe, la cui vicenda legale ha
coinvolto capolavori per 700 milioni di dollari tra cui nove
Picasso e altrettanti Jeff Koons oltre a "Le Nez' di Alberto
Giacometti: in tutto 165 opere che tre anni fa la giudice Laura
Drager ha ordinato di mettere sul mercato, dal momento i due che
non erano riusciti a mettersi d'accordo sul valore dei singoli
pezzi. (ANSA).
Divorzio Gates, cosa succederà al Leonardo?
Mercato dell'arte in fibrillazione sul futuro della collezione