Cultura

Il Salvator Mundi? non è tutto mano di Leonardo

Studiosi Usa, "suoi testa e busto, non la mano e il braccio"

Redazione Ansa

Il Salvador Mundi, tuttora il dipinto venduto all'asta piu' caro della storia, non sarebbe tutto pennello di Leonardo secondo un paio di nuovi studi di cui da' notizia l'ultimo numero di "The Art Newspaper". Gli studi, uno dei quali di esperti del Louvre, concordano sul fatto che il quadro fu concepito inizialmente come una testa e le spalle, con il braccio destro e la mano destra alzata in segno di benedizione dipinti successivamente. Una indagine indipendente firmata dallo scienziato informatico Steven Frank e dalla moglie, la storica dell'arte Andrea Frank, arriva a sostenere che queste parti sono chiaramente "non di Leonardo". Usando algoritmi di riconoscimento e classificazione delle immagini noti come 'reti neurali convoluzionali', gli studiosi hanno determinato che solo la testa e il busto del Cristo sono presumibilmente mano di Leonardo, non cosi' la mano e il braccio. Il risultato della ricerca sara' pubblicato su uno dei prossimi numeri della rivista di MIT "Leonardo" dedicato all'intersezione tra arte e tecnologia. L'esame del Louvre e' piu' indulgente in quanto concorda che il braccio benedicente e' stato realizzato piu tardi senza escludere che sia stato Leonardo a dipingerlo. Gli esperti del museo notano che la sezione superiore della mano destra, a differenza di altri elementi, e' stata dipinta direttamente sullo sfondo nero del quadro, dimostrando che "Leonardo non aveva previsto di dipingerlo all'inizio del progetto". L'inchiesta del museo parigino risale al 2018: avrebbe dovuto essere pubblicata in un libro la cui uscita è stata cancellata quando il prestito del Salvator Mundi al museo fu cancellato senza che ne venisse data una ragione. L'articolo di "The Art Newspaper" e' basato sull'esame di copie inedite del volume. Considerato a lungo una copia di un dipinto perduto, il Salvator Mundi fu acquistato all'asta da Christie's nel 2017 per 450 milioni di dollari da un anonimo compratore che si rivelò poi essere un amico e alleato del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. Un mese dopo la vendita, il ministero della cultura di Abu Dhabi aveva accettato di prestarlo alla sede satellite del Louvre nell'emirato ma quel progetto era finito senza spiegazioni su un binario morto tra voci che collocavano il Leonardo sullo yacht da "mille e una notte" di Salman.

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