Cultura

Archivio Vasari, la denuncia dei Festari

Eredi presentano dossier, "Il nuovo governo ci ascolti"

Redazione Ansa

Un furto clamoroso e misterioso, funzionari dello Stato che si "accaniscono" contro la famiglia degli eredi invece di spalleggiarli nel tentativo di riunire le due parti del prezioso archivio, un esproprio di Stato contestato con il ricorso al Tar. Si intitola "Le verità nascoste" il corposo dossier con il quale i quattro fratelli Festari riportano alla ribalta l'annosa vicenda dell'Archivio Vasari, da decenni al centro di un contenzioso con lo stato italiano, che lo ha prima vincolato alla casa natale dell'artista e storico rinascimentale e poi espropriato concedendo a loro, che lo avevano ereditato, un indennizzo di 1 milione e mezzo di euro mai accettato.

"Abbiamo riproposto e ricostruito l'intera vicenda perché confidiamo nel nuovo governo, speriamo che finalmente qualcuno ci ascolti", spiega Tommaso Festari che, affiancato dal legale di famiglia Guido Cosulich e da due consulenti, ha presentato il corposo dossier anche alla stampa estera. "Vogliamo una volta per tutte che su questa storia sia ristabilita la verità, anche perché non tolleriamo più che la nostra famiglia venga messa in cattiva luce", sottolinea Festari.

Alla stampa il rappresentante dei quattro eredi racconta la sua versione dei fatti: parla di una 'guerra giuridica ed economica' andata avanti per quasi trent'anni e che vede "contrapposti funzionari delle pubbliche istituzioni e membri della famiglia Festari", rilancia l'episodio del furto avvenuto nel 1980 nella villa di Murlo a San Casciano di Pesa ("Con tutta probabilità fu pianificato e realizzato su commissione"), nel quale sparirono tre delle 34 preziose filze di cui si componeva l'archivio, e punta il dito contro l'Università di Yale che "dal 1988 ne detiene illegalmente il possesso". Non solo, qualche anno dopo, nel 1994, sottolinea, l'università americana "ha organizzato un importante simposio sul Vasari al quale parteciparono in veste di esperti e relatori funzionari della Soprintendenza di Firenze e dell'Istituto di Studi sul Rinascimento di Firenze". Lo Stato avrebbe assistito inerte: "Abbiamo sporto denunce più volte, senza trovare appoggio né collaborazione alcuna da parte delle istituzioni", sostiene Festari, che anzi chiama in causa i funzionari Mibac accusati di aver "ingaggiato una guerra nei confronti di chi era stato derubato". Nel mirino anche il dg archivi del Mibac Gino Famiglietti che "solo il 6 giugno del 2017, coinvolto da una diffida della famiglia Festari, ha depositato alla procura un esposto contro l'Università di Yale".

Composto originariamente da 34 unità tra filze e buste contenenti i fascicoli, per un totale di oltre 6.000 carte originali tra le quali si distingue per importanza il carteggio con Michelangelo, l'archivio del Vasari rimase a Firenze fino al 1686, quando morì Lorenzo Vasari, suo ultimo erede. Fu allora che venne acquistato dal senatore Bonsignore Spinelli, esecutore testamentario di Lorenzo Vasari e avo degli attuali proprietari, i conti Festari Spinelli. Lo Stato italiano lo ha vincolato una prima volta nel 1917 con notifiche ripetute nel 1991, 94 e '96. Nel frattempo, nel 1980, era avvenuto il misterioso furto nella casa di famiglia a Murlo, furto di cui però, secondo quello che ha sempre sottolineato il Mibac, non sarebbe mai stata rinvenuta una denuncia. Qualche anno più tardi le tre filze rubate ricomparvero negli Usa acquistate dall'Università di Yale. Dopo l'esproprio, nel 2016, il ministero dei Beni culturali, attraverso il dg archivi, ha avviato una rogatoria internazionale per chiedere la confisca e la restituzione all'Italia delle carte di Yale. Il procedimento è ora all'attenzione del gip. Il ricorso dei Festari contro l'esproprio è invece ancora in itinere. A settembre verrà nominato un arbitro.

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