Cultura

Terzo Paradiso di Pistoletto ad Ancona, arte contro il razzismo

Due mesi dopo Macerata, lo creano eccellenze, Pmi e stranieri

Redazione Ansa

A due mesi dai fatti di Macerata, l'orribile morte di Pamela Mastropietro, per la quale sono stati arrestati tre nigeriani, e il raid xenofobo a colpi di pistola contro i migranti di Luca Traini, il Made in Italy scende in campo per dire no alla violenza, all'intolleranza e il razzismo.
Lo ha fatto alla Mole Vanvitelliana di Ancona, dove il Festival 'art+b=love(?)' dedicato alla capacità dell'arte di stimolare lo sviluppo economico e sociale dei territori, ha adottato il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto come simbolo di uguaglianza e cittadinanza. Un'opera d'arte collettiva riprodotta circa 900 volte in tutto il mondo dal 1993, che ha toccato almeno due milioni di persone e che in forma fissa, composta da rocce, è presente nel giardino della sede dell'Onu a New York: il simbolo dell'infinito in cui terzo cerchio simbolo di integrazione unisce i due cerchi esterni. Negli anni l'installazione è stata realizzata in una miriade di luoghi suggestivi come la piramide del Louvre e la sede del Parlamento Europeo a Strasburgo, e poi Istanbul, Atene, Sarajevo, Honolulu e persino bordo di una stazione spaziale, e con una grande varietà di materiali, compresi reperti archeologici alle Terme di Caracalla. Ad Ancona hanno aderito le imprese marchigiane dell'eccellenza note in tutto il mondo ma anche le piccole o microimprese, dal design ai servizi, all'agroalimentare: Elica, iGuzzini, Bftm, Sida, Self Globe, Ggf Group, The Hive, Colonnara, Carto, Croma Life, Mary's Bake Shop. A realizzare l'opera sono stati i loro dipendenti stranieri, testimonial di un'inclusione sociale che passa per il lavoro. A partire dalla famiglia Zheng - padre, madre e due figli cinesi, tutti assunti dalla stessa azienda - e continuando con il dott. Dago, originario della Costa d'Avorio, ognuno dei 70-80 partecipanti ha depositato nel Terzo Paradiso, delimitato da cordami e reti da marinaio oggetti simbolici dell'azienda per cui lavora. Cartoni da imballaggio, scarti di lavorazione, cartelli pubblicitari, pezzi di meccanismi. Presente alla performance il coordinatore degli Ambasciatori del Terzo Paradiso Francesco Saverio Teruzzi: "è un'azione per sensibilizzare la società a farsi promotrice di un cambiamento culturale, stimolando la capacità di rispondere al razzismo e all'intolleranza attraverso gli strumenti della legalità, del dialogo sociale e del lavoro - ha spiegato -. L'immagine del Terzo paradiso è la più nota al di fuori di un contesto d'arte".
L'allestimento è l'evento clou del festival, diretto da Cesare Biasini Selvaggi e Federico Bomba e organizzata da Sineglossa creative ground, che si chiude domani. Il Terzo Paradiso rimarrà esposto per alcuni giorni.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it