Cultura

Philippe Starck, Venezia si reinventi

Designer inaugura ristrutturazione Caffè Quadri piazza S. Marco

Redazione Ansa

(ANSA) - VENEZIA, 22 FEB "Ho un debito con Venezia e lo voglio pagare": Philippe Starck è pronto a dare il proprio contributo per trasformare Venezia da "prostituta del turismo" a luogo tecnologicamente avanzato al centro dell'Europa e del mondo, una sorta di 'laboratorio delle menti' per garantire un futuro alternativo alla città. Lo dice all'ANSA durante l'inaugurazione in Piazza San Marco del restauro del Gran Caffè Quadri, voluto dai fratelli Alajmo, anime del ristorante tristellato Le Calandre di Sarmeola di Rubano. Si tratta del secondo intervento del designer francese per i titolari Massimiliano e Raffaele Alajmo, del valore di 850 mila euro, dopo l'apertura nel Fontego dei Tedeschi del ristorante Amo e ancor prima del Caffè Stern a Parigi. "Odio i turisti, penso che il turismo sia stupido e una forma di prostituzione - afferma, precisando di sentirsi in qualche modo un abitante della città avendo comprato casa a Burano molti anni fa - ma pensare ad un numero chiuso non è etico, non è la soluzione giusta. Chi decide chi viene e chi no? E poi diventerebbe un luogo solo per ricchi". Dopo aver inventato 15 anni fa il marchio con il simbolo del leone che la città aveva adottato per garantirsi una copyright d'immagine, ora Stark torna a lanciare l'idea di ridisegnare la mission della città. A partire dalla cancellazione delle grandi navi da Venezia. "Sono una cosa stupida - afferma - non dovrebbero esserci perché non portano soldi qui". Dunque bisogna immaginare, come per il restauro del Quadri, delle soluzioni alternative, rispettose del passato ma con una marcia decisa verso il futuro. E se nel ristorante veneziano dei fratelli Alajmo la mano di Starck ha riportato filologicamente alla patina originale pareti e stucchi del piano terra, aggiungendo il contributo di artigiani del posto negli arredi delle sale superiori, oltre ai tocchi cari al designer come gli animali impagliati in bellavista, così Venezia "deve tornare ad essere il centro d'Europa" partendo dalla sua vocazione antica di luogo oltre i confini. Cambiando pelle, passando da una economia votata quasi esclusivamente al turismo delle infradito e delle resse nelle calli ad un futuro tecnologico e di proiezione alla progettualità culturale. L'essere un'isola al centro della laguna potrebbe diventare un plus, consentendo al centro storico, spiega, di dotarsi in ogni canale dei più moderni collegamenti a fibra ottica senza ricorrere a scavi o lavori troppo onerosi. "Per farla diventare il cervello d'Europa", ripete più volte, un laboratorio di idee tecnologicamente avanzato. "Credo che serva avere più testa, più intelligenza - continua fiducioso - e parlando con molte persone sento che questo mutamento sta già arrivando". Starck torna poi a lanciare l'idea di utilizzare parte dell'Arsenale "per invitarvi tutte le 'teste' creative del mondo e sfornare una produzione culturale e di pensiero che esca dalla città per diventare veramente patrimonio del mondo". "Una economia dell'intelligenza - conclude - deve sostituire a Venezia quella della stupidità, della prostituzione, del turismo e della mercificazione".-

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