Cultura

Leonardo, torna in Italia il 'Codex Leicester'

Sarà esposto agli Uffizi da ottobre 2018 per i 500 anni dalla morte del Genio di Vinci

Redazione Ansa

A oltre 20 anni dal suo tour italiano torna nella patria del suo autore il Codex Leicester, o Hammer, o Bill Gates, dal nome dei proprietari della sua lunga storia. Il manoscritto di Leonardo, che ha come tema 'Della natura, peso e moto delle acque', una sorta di 'quaderno di appunti' che coniuga arte e scienza, uno dei documenti autografi piu' preziosi del Genio di Vinci dopo il Codice Atlantico della Biblioteca Ambrosiana di Milano, sarà esposto nell'ottobre 2018 alla Galleria degli Uffizi di Firenze, per una mostra-anteprima delle celebrazioni internazionali, al via nel 2019, per i 500 anni dalla morte del padre della Gioconda.

A Firenze il codice manca dal 1982: in quell'anno la città dove Leonardo nel 1506 ne aveva iniziato la stesura, completata poi a Milano nel 1510, lo ospitò a Palazzo Vecchio, per volere dell' allora suo proprietario, il petroliere americano e appassionato d'arte Armand Hammer che lo aveva acquistato da Christies per 5,6 miliardi di lire nel 1980. All'asta lo aveva messo la famiglia Leicester, che aveva dato il primo nome al codice. E all'asta, sempre da Christies, dopo la morte di Hammer, lo ha acquistato nel 1994 il fondatore della Microsoft. Oltre 30 milioni di dollari, all'epoca più di 42 miliardi di lire, la somma pagata da Bill Gates per aggiudicarsi un'opera composta da 18 grandi fogli piegati in due e scritti sulle 72 facciate, che misurano ciascuno 30 centimetri per 22, rilegati in pelle rossa e scritti a penna e bistro, con l'inconfondibile grafia minuta 'mancina', da destra verso sinistra.

Il codice contiene 360 disegni e note su osservazioni e studi di idraulica, in particolare sul regime di regolazione dei fiumi - compreso l'Arno e il pericolo di alluvioni a Firenze -, geologia, paleontologia, meccanica e astronomia. Vi sono descritte scoperte inconcepibili con la tecnologia del tempo, compreso un riferimento al sottomarino e alla maschera da sub. Per Leonardo il codice era una sorta di schedario al quale periodicamente aggiungeva fogli, affiancando tra loro pagine con scritti o disegni sullo stesso argomento. Oltre 120mila le persone che lo vollero ammirare a Venezia e Milano, prime due tappe del suo tour italiano tra il 1995 e il 1996, conclusosi poi con una mostra a Roma, città dove era rimasto per oltre due secoli, dalla morte del suo autore fino al 1717, quando venne venduto da Giuseppe Ghezzi, che lo aveva ritrovato in una cassa di vecchi libri, a Thomas Coke, conte di Leicester. Il ritorno in Italia, spiega il direttore degli Uffizi Eike Schmidt, è stato possibile grazie ad un'intesa, "alla quale si è lavorato intensamente dal 2015, quando il Codice fu esposto a Minneapolis negli Usa". L'opera, anticipa Schmidt, verrà esposta in Galleria nell'ambito di un progetto curato insieme a Museo Galilei e con il sostegno di Fondazione Cassa di risparmio Firenze.

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