Cultura

De Chirico, Metafisica e Avanguardie

Dal 14/11 a Palazzo dei Diamanti capolavori degli anni ferraresi

Redazione Ansa

   I capolavori della Metafisica dipinti a Ferrara da Giorgio De Chirico tra il 1915 e il 1918 tornano nella città estense dal 14 novembre al 28 febbraio per una grande mostra allestita a Palazzo dei Diamanti che racconterà, attraverso 80 opere provenienti dai maggiori musei internazionali, l'influenza del maestro di Volos su artisti italiani quali Carrà, Morandi e de Pisis. Ma anche sulle Avanguardie europee dei primi decenni del '900, come Magritte, Dalì, Ernst.
  Con il titolo 'De Chirico a Ferrara. Metafisica e avanguardie', l'importante rassegna ha lo scopo di illustrare nella sua interezza, e creatività, il lungo soggiorno dell'artista nella città dove, dopo l'arruolamento in guerra, viene assegnato con il fratello Alberto Savinio al 27/o Reggimento di Fanteria. Una produzione di grande rilievo questa, che si differenzia da quella parigina e che segna la collaborazione di grande respiro con gli altri artisti italiani.
  Del resto, toccato dal dramma della guerra, de Chirico alimenta nuovi temi ispiratori, adeguando la tavolozza con accesi cromatismi e dando così vita a opere seminali del XX secolo, fra cui 'I progetti della ragazza' (1915), 'Il grande metafisico' (1917), 'Le Muse inquietanti' (1918), 'Il Trovatore' (1917), 'Ettore e Andromaca' (1917).
  Organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dalla Staatsgalerie di Stoccarda in collaborazione con l'Archivio dell'Arte Metafisica, la mostra è stata curata da Paolo Baldacci e Gerd Roos, che hanno messo a punto per Palazzo dei Diamanti una straordinaria selezione di opere. A cominciare dai dipinti ideati da de Chirico e Carrà nel 1917 a Villa del Seminario, l'ospedale psichiatrico militare, in cui i due artisti furono ricoverati nel 1917. Dall'intenso sodalizio di lavoro scaturirono capolavori che si potranno vedere affiancati l'uno all'altro dopo quasi mezzo secolo. Ecco quindi gli originali dei grandi manichini di de Chirico (1917-18) insieme alla serie quasi completa delle opere metafisiche di Carrà, tra cui 'Il gentiluomo ubriaco', 'Penelope', 'Natura morta con la squadra', 'Il cavaliere occidentale'.
  Altrettanto importante è la presenza di Giorgio Morandi, il cui percorso verso la sospensione metafisica è documentato dalle opere realizzate tra il 1916 e il 1919: dalla famosa 'natura morta rosa' fino a quelle coi busti di manichino e con i vasi sul tavolo rotondo del 1919. Di de Pisis, il primo e più fedele compagno ferrarese di de Chirico, si potrà invece ammirare la sua personale visione della Metafisica, dai primi collage dadaisti fino alle opere degli anni'20 ('Natura morta accidentale', 'I pesci sacri', 'Natura morta con gli occhi').
  L'influenza capillare della pittura metafisica sulle avanguardie europee del dopoguerra sarà infine documentata da una serie importante di opere di Man Ray, Raoul Hausmann, George Grosz, René Magritte, Salvador Dalí e Max Ernst, che realizzarono straordinari capolavori ispirati ai temi e alle iconografie ferraresi di de Chirico e di Carrà.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it