Cultura

Manuele Fior, viaggio nel Museo d'Orsay

Nuovo lavoro disegnatore italo-parigino, in libreria a ottobre

Redazione Ansa

(ANSA) - PARIGI - Un intreccio di storie tra il XIX e il XXI secolo, immerso nell'affascinante cornice del Muse'e d'Orsay, che ne e' allo stesso tempo scenografia e ispirazione. Esce in Francia il 17 settembre (e in Italia il primo ottobre) 'Variazioni d'Orsay', il nuovo libro di Manuele Fior, fumettista nato in Romagna ma da anni diventato parigino d'adozione.

Il progetto, spiega all'ANSA il disegnatore, nasce da una collaborazione tra l'editore francese Futuropolis e i due principali musei di Parigi, il Louvre e appunto il Muse'e d'Orsay, per realizzare una serie di albi che in qualche modo si ispirino ai luoghi, alle collezioni o alla storia delle due celebri gallerie. "A me e' toccato l'Orsay - racconta Fior - e devo dire che sono anche piu' contento che se mi fosse toccato il Louvre. Sono un appassionato di pittura e soprattutto amo quella del periodo dell'art nouveau, che sperimentava cose nuove, come nei manifesti di Toulouse-Lautrec, fino a diventare sempre piu' grafica, e che in qualche modo anticipa il fumetto, che deve molto alle sue immagini".

Il libro non e' pero' ne' un omaggio ai maestri del XIX secolo, ne' una storia dell'arte romanzata, anche se nelle vignette spesso compaiono i volti degli artisti piu' noti e le loro opere. "C'e' molto degli impressionisti, soprattutto Degas, un personaggio controverso, poco politicamente corretto - spiega ancora il disegnatore - l'ho usato come snodo, come filo rosso tra altri aneddoti e storie, di artisti a lui contemporanei ma anche di personaggi che non hanno niente a che vedere". Il racconto diventa cosi' una storia che contiene tante storie, un testo corale "con uno stile un po' alla Mille e una notte", ma anche "un esercizio di stile sulla narrazione, e anche una serie di variazioni intorno al Muse'e d'Orsay, che e' un museo importante ma anche un edificio dalla storia complessa. E' stato stazione, parcheggio, circo, poi a un certo punto lo si voleva buttare giu', e alla fine e' diventato quello che conosciamo oggi".

Una ricchezza di significato che ha portato Fior a scegliere una tecnica per lui inusuale, "la gouache, tempera in italiano, la sorella povera della pittura ad olio, ma comunque una tecnica molto pittorica, coprente, che permette di sovrapporre strato su strato e quindi di rimanere piu' tempo sulle immagini, rilavorarle. Ed era quello che volevo fare, con le mie e con quelle degli altri". (ANSA)

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