Cultura

Su Sky Arte HD il film su Pordenone Montanari

Artista solitario, scoperto per caso e acclamato come genio

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Redazione Ansa

Un grande artista che vive recluso e che, scoperto per puro caso, diventa un beniamino della critica: la storia di Pordenone Montanari - che sembra un romanzo ma non lo è - ha ispirato la nuova produzione di Ballandi/Arts di Mario Paloschi e Gianluigi Attorre. Per l'ANSA in anteprima alcune scene del film in onda domani sera su Sky Arte HD. In bilico fra la fiction e il documentario, 'Montanari. Desiderio. Pensiero.

Segno' racconta la vita del "lupo solitario" delle arti figurative, interpretato da Sebastiano Filocamo. Friulano, classe 1937, dopo aver studiato all'accademia di Brera e girovagato per l'Europa, Montanari si ritira in una grande villa sulle colline biellesi. Vive con la moglie, ma isolato dal resto del mondo. In 18 anni - dicono - è uscito dal cancello della villa solo cinque volte, e sempre perché costretto: una per il funerale della madre, una per comprarsi un paio di scarpe, due per votare e una per rinnovare la patente.

Nel frattempo dipinge, scolpisce, intaglia, scrive romanzi, poesie, lascia il suo segno su qualsiasi materia gli capiti a tiro, anche sui muri. E' insonne, impaziente, tormentato: si sveglia alle tre, poi lavora. Come un monaco, con rigore, senza sosta, con impegno maniacale. Per anni il mondo si dimentica di lui, finché la casa viene messa in vendita e il nuovo acquirente - un uomo d'affari indiano - si accorge delle centinaia di opere accatastate, quadri e sculture, nelle stanze della villa. E così, ormai settantenne, Montanari viene portato alla luce, i suoi quadri esposti alla Biennale di Venezia, in Italia, all'estero.

E lui, controvoglia, senza entusiasmo, con ritrosia, indifferente all'agitazione suscitata dalla sua scoperta, si deve manifestare al mondo. L'entusiasmo viene invece dalla critica, che lo saluta come un genio per colori, per impasti visivi, per poesia, per potenza del tratto. Lo definiscono un "nuovo Picasso", dicono che riscrive la storia dell'arte italiana, che il suo stile riassume e reinterpreta tutti quelli del Novecento, da Cézanne a Braque, fino a Francis Bacon. Scritto da Francesco Linguiti e diretto da Emanuele Flangini, girato nelle location originali e in teatri di posa, con due troupe e telecamere su droni, il film racconta uno dei casi più insoliti e affascinanti della storia dell'arte degli ultimi decenni. (ANSA).
   

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