Cultura

Bolla papale restituita a NY dalla Monuments Men Foundation

Tornerà a Loiano dove la trovò tra le macerie un militare Usa

Bolla Papale

Redazione Ansa

(ANSA) - NEW YORK, 06 GIU - Una bolla emessa da Papa Pio IX a metà Ottocento si è aggiunta oggi ai circa 40 oggetti scomparsi durante la seconda guerra mondiale e restituiti ai legittimi proprietari dalla Monuments Men and Women Foundation. Il documento datato al 1842 è stato consegnato a una rappresentante del Nucleo Speciale dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale durante una cerimonia all'Istituto italiano da cultura a New York. La bolla, di cui esisteva menzione negli archivi vaticani, nominava Angelo Gamberini nuovo parroco della chiesa di Santo Stefano in Scascoli a Loiano in provincia di Bologna. "Siamo emozionati di restituire questa bolla specialmente nel giorno che segna il 16/o anniversario della nostra Fondazione, ma anche a 79 anni dallo sbarco in Normandia", ha commentato Anna Bottinelli, presidente della Monuments Men and Women Foundation, ringraziando quanti hanno contribuito alla restituzione, tra cui il tenente Sebastiano Antoci dei Carabinieri Tpc, il Kimbell Art Museum che ha curato il restauro e monsignor Sergio Pagano, prefetto dell'Archivio Segreto Vaticano. "Il recupero di opere d'arte e documenti storici contribuisce al recupero della nostra storia e della nostra identità. È anche un modo di riflettere su quanto è stato distrutto dalla guerra", ha detto il direttore dell'Istituto di Cultura Fabio Finotti. La bolla si è salvata per miracolo. Un ufficiale della Quinta Armata che risaliva la penisola, Wolfgang Lehmann, la trovò tra le macerie della chiesa di Stefano che era rimasta gravemente danneggiata durante il conflitto. Lehmann riportò a casa la bolla dopo la guerra come ricordo del servizio militare. È stato suo nipote Walter a contattare la fondazione creata da Robert Edsal (autore di libri sui Monuments Men che hanno ispirato il film omonimo di George Clooney) per identificare l'oggeto e coordinarne il rimpatrio. "Mio zio sarebbe stato felice di sapere che quanto aveva salvato dalla distruzione sta ora per tornare nella chiesa dove lui l'aveva trovato 79 anni fa". A rappresentare il generale Vincenzo Molinese, comandante del nucleo dei Carabinieri dell'Arte, è stata la tenente Martina Di Vizio: "L'eredità culturale è parte dell'identita delle persone e noi carabinieri Tpc la proteggiamo da oltre 50 anni in Italia e in altri Paesi.
    Ma non possiamo fare questo lavoro da soli", ha detto, auspicando che l'esempio dato con la restituzione di oggi incoraggi altri come i Lehmann a farsi avanti. (ANSA).
   

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