Cultura

Rose e bandiere rosse per l'ultimo saluto a Citto Maselli

In Campidoglio fra altri Golino, Tornatore, Colombo, Castellina

Redazione Ansa

La passione per il cinema e la militanza di una vita nella sinistra, dal Pci a Rifondazione Comunista, si sono unite nell'ultimo saluto in Campidoglio, con la camera ardente e la cerimonia laica, per Francesco Citto Maselli, il grande regista scomparso il 21 marzo scorso a 92 anni. Nella sala della Protomoteca, sul feretro, accolto al suo arrivo dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri insieme alla vedova del cineasta Stefania Brai e al segretario di Rifondazione Maurizio Acerbo, un cuscino di rose rosse con la semplice scritta 'Stefania' e la bandiera rossa di Rifondazione, insieme a una foto del regista sorridente. Accanto un'altra immagine di Maselli a pugno chiuso: per lui durante tutta la mattinata il picchetto dei membri dell'Anpi, con il fazzoletto tricolore al collo, e dei militanti di Rifondazione.

A rendere omaggio al regista, fra gli altri, sono arrivati Giuseppe Tornatore, Marco Bellocchio con la moglie Francesca Calvelli, Paolo Taviani, Fausto Bertinotti, Valeria Golino, Luciana Castellina, Furio Colombo, Ricky Tognazzi, la vedova di Gillo Pontecorvo, Picci Pontecorvo, con la quale Stefania Brai si è stretta in un lungo abbraccio, Andrea Purgatori, Eleonora Forenza, Vincenzo Vita, Valentina Carnelutti, Daniele Vicari, Nichi Vendola, Giovanni Russo Spena, il presidente dell'Anpi Gianfranco Pagliarulo, il presidente della Biennale di Venezia Roberto Cicutto e Giorgio Gosetti che al Lido guida la sezione Giornate degli autori, ideata nel 2004 proprio dal regista di Storia d'amore.



"Maselli è stato un grandissimo regista, un intellettuale, protagonista di una stagione straordinaria del cinema e della cultura italiana. Gli rendiamo omaggio per il suo valore d'artista e il suo impegno sociale e civile" dice il sindaco di Roma Gualtieri. "Citto era un uomo speciale, un amico che ci mancherà, perché sapeva sempre essere pronto al confronto con ciò che di importante accadeva intorno a noi - sottolinea Tornatore -. Aveva un sorta di sensore, la capacità di metterci in guardia sui pericoli del nostro vivere". Bellocchio ha sempre ammirato Maselli "per il suo rigore - spiega -. Non potremo più godere della storia come sapeva raccontarla". "Una voce limpida e generosa come la sua - dice l'assessore alla cultura di Roma Capitale Miguel Gotor in apertura della cerimonia laica -, protagonista della cultura e della vita italiana ci mancherà".

Tra i messaggi, quelli di Aldo Tortorella e di Ken Loach, secondo il quale "Citto sarà per sempre ricordato con gratitudine e affetto da tutti quelli che hanno potuto vedere i suoi film e da quanti ammiravano e condividevano i suoi principi". Maselli "mi ha insegnato a pensare con spregiudicatezza, l'importanza e la consapevolezza delle scelte, a essere curiosa di tutto" racconta Valeria Golino.

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