Cultura

Spettacolo nel 2022 la ripresa c'è ma non basta

Primi 6 mesi: biglietti -42% rispetto al 2019, spesa -23%

Un concerto

Redazione Ansa

 (ANSA) - ROMA, 17 NOV - Una ripresa che premia soprattutto i concerti di musica leggera e lascia ancora indietro il cinema.
    Ma che nel complesso non basta certo ad uscire dalla crisi, né tantomeno a tornare ai livelli del 2019, quando l'orrore della pandemia da Covid non era ancora all'orizzonte. In coda al suo annuario 2021 la Siae anticipa alcuni dati del primo semestre 2022 relativi alla spesa degli italiani per sport e spettacoli e quello che ne viene fuori è una fotografia con poche luci e molte ombre. L'immagine di un settore che rimane in difficoltà, sottolineano gli esperti della Società degli autori e degli editori e che davvero avrebbe bisogno ancora di un intervento da parte del governo.
    C'è l'exploit dei concerti di musica leggera con un totale di biglietti venduti che è passato dai 5,5 milioni del 2019 (anno pre-Covid) ai 6,2 milioni del 2022 (erano stati meno di 300 mila nel 2021). Ma anche il flop del cinema che nei primi sei mesi del 2022 ha venduto solo 21,5 milioni nel 2022 a fronte dei 51,4 milioni del 2019. E per i concerti bisogna tenere presente, leggendo il balzo in avanti registrato nella prima metà di quest'anno, che tanti appuntamenti erano quelli 'saltati' a causa proprio delle restrizioni dovute alla pandemia nel 2020 e nel 2021. Non è detto quindi che l'aumento dei numeri in questo settore venga confermato anche nel 2023.
    E non solo, perché va ancora male al ballo e agli intrattenimenti musicali - tra i settori più colpiti dalla pandemia- che nel totale incassano 6,7 milioni di biglietti a fronte degli 11,5 milioni del 2019 (e dei poco più di 56 mila del 2021) anche qui, insomma, una ripresa c'è stata ma più lenta di quello che si poteva sperare. I dati complessivi di sport e spettacolo la dicono lunga: 71 milioni di biglietti a fronte dei 122,7 milioni del 2019 (- 42 %). Lo stesso per la spesa al botteghino: 979 milioni di euro, a fronte dei 1.265 milioni del 2019 (- 23 %).
    E il futuro? Una data convenzionale per indicare la fine della pandemia, fa notare il direttore generale Siae Gaetano Blandini, "uno spartiacque tra il prima e il dopo", è il 15 giugno del 2022, quando il Paese è tornato alla normalità con il venir meno di tutti gli obblighi. I dati fotografati nell'annuario raccontano il crash subito dal settore "che avrebbe corso il rischio di finire in condizioni veramente comatose- sottolinea il dg - se non fosse intervenuto in modo robusto lo Stato, ed anche la stessa Siae con il sostegno agli autori in difficoltà".
    I numeri dell'offerta raccolti dalla società degli autori e degli editori dimostrano che la macchina artistica e industriale della cultura italiana "si è rimessa in moto con decisione nonostante le condizioni avverse", dice Blandini e le prime elaborazioni dei dati Siae confermano una consistente crescita dei consumi soprattutto in alcuni settori, in primis i concerti.
    Ma perché questa ripresa si concretizzi davvero, sostiene il dg Siae, lo Stato dovrà per forza di cose ancora. Niente provvedimenti a pioggia, però. "Quello che servirà sono interventi mirati e diversi da settore a settore, perché la ripartenza si accompagni ad innovazione tecnologica e sicurezza". (ANSA).
   

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