Cultura

Eurovision, i segreti del dietro le quinte dello show

Al lavoro 2300 persone per oltre tre mesi

66esima edizione dell'Eurovision a Torino

Redazione Ansa

"Via di là". "Presto, presto". "Veloci, tocca a voi". E' un brulicare di tecnici, ballerini, artisti, delegati dei vari Paesi in gara, il dietro le quinte del palco dell'Eurovision Song Contest al Pala Olimpico di Torino, la struttura costruita tra il 2003 e il 2005 dall'architetto giapponese Arata Isozaki. Una macchina al lavoro da mesi per quella che è una delle produzioni Rai più imponenti mai realizzate prima. Ci hanno lavorato 2300 persone per oltre 90 giorni.

Un alveare di camerini, corridoi, scale. Security a ogni angolo che controlla che il pass sia quello giusto per poter curiosare qua e là. Nei 2500 metri quadrati della struttura creata per accogliere artisti e delegazioni c'è anche un'affollata e viva area relax, con tanto di calcio balilla e videogiochi anni Ottanta, tra Pack-man e Space Invador. Nella "Bubble room" trucco e parrucco sono assicurati e tramite app si può controllare già l'effetto finale con la simulazione della scenografia alle spalle. Al bar ballerini in abiti di scena e trucchi fantasiosi prendono acqua e caffè. Ma c'è anche Achille Lauro appena sceso dal palco (e dal toro meccanico che cavalca durante la sua esibizione) dopo la prova del pomeriggio. Non si ferma, inghiottito dal corridoio che lo porta al camerino. Il suo, come quello di tutti gli artisti in gara è al pianterreno.

Al piano inferiore, più vicino al palco, quelli dei tre conduttori, Laura Pausini, Mika, Alessandro Cattelan. Una svolta a destra, una a sinistra, scendi una rampa. E magia, ti trovi davanti, anzi ti trovi dietro, il palco. Dietro a quel sole che è stato scelto come simbolo della 66/a edizione della manifestazione e dell'Italia. Dietro a quella scenografia voluta da Francesca Montinaro con un intreccio immaginifico tra teatro e giochi di luce dal forte impatto emotivo. Un muro di led, cavi, spie che si accendono e spengono. Una parete tecnologica alla quale sono collegati direttamente 25 Paesi, mentre altri 50 ritrasmettono il programma. Ottanta tecnici, ventotto operatori di ripresa, quaranta specializzati, cinquanta tra costumisti truccatori e parrucchieri, dodici registi e assistenti, diciotto addetti alle scenografie, cinque macchinisti, dodici ispettori organizzatori. E poi, due twins OB-Van collegati al Centro Operativo Tecnico, un totale di centottanta chilometri di cavi, dodici media server per la gestione di contenuti video, ventiquattro telecamere per raccontare al pubblico ogni singolo dettaglio della performance. E pace se qualcosa ogni tanto si inceppa. Le prove oggi hanno subito qualche rallentamento a causa di problemi tecnici legati all'audio. 
   

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