Cultura

Fabrizio Bentivoglio, io Monterossi indago tra disincanto e Dylan /VIDEO

Su Prime Video dal 17 gennaio, regia di Johnson, con Signoris

Redazione Ansa

 "Carlo Monterossi è un vincente involontario innamorato dei perdenti. Le sue caratteristiche sono il disincanto e l'ironia: questo fa di lui un detective anomalo. Bob Dylan per lui è una sorta di fratello maggiore, un amico di vinile, con cui chiacchierare e confrontarsi. In ogni situazione ha la sua canzone da mettere come colonna sonora. Una passione che condivido: conservo tutti i libri con i testi delle sue canzoni, facevo nottate a decifrarli". Parola di Fabrizio Bentivoglio, protagonista in stato di grazia della serie tra crime e commedia 'Monterossi', dal 17 gennaio su Prime Video in prima assoluta, tratta dai romanzi di Alessandro Robecchi (Sellerio) e diretta da Roan Johnson, una produzione Palomar.
    Bentivoglio interpreta un autore televisivo, Carlo Monterossi, che molla il programma trash che gli procura fama e soldi ma che detesta, Crazy love, viene minacciato sulla porta della sua casa milanese da un uomo incappucciato che gli spara, si salva grazie al suo bicchiere di whisky che devia il colpo e inizia a indagare. Nel cast, tra gli altri, Donatella Finocchiaro, Tommaso Ragno, Diego Ribon, Martina Sammarco, Maria Paiato e una straordinaria Carla Signoris nel ruolo di conduttrice tv cinica e strappalacrime, in equilibrio tra suspense e ironia.
    "Molti - ammette l'attore nel corso della presentazione della serie tv - possono trovare delle assonanze tra il personaggio e il mio carattere e in effetti alcune ci sono: siamo entrambi milanesi, tifosi sfegatati dell'Inter, ma anche l'indole blues nell'affrontare la vita con disincanto. Monterossi sa mischiare come in un cocktail ironia e malinconia, è disposto a ridere di sé, e quindi di tutto quanto". Per Robecchi vedere prender forma alle sue storie è stato "sorprendente. Scrivere è una cosa che fai da solo, ma il lavoro collettivo che si mette in campo nell'adattamento è entusiasmante. L'importanza di una traduzione, di un adattamento è la fedeltà".
    Il regista Roan Johnson fa notare: "Ci siamo subito innamorati dei romanzi. Avendo già adattato Malvaldi per il BarLume e Camilleri per 2 film tv, so bene che non devi mai tradire il cuore del libro. In questo caso la scrittura è molto cinematografica, abbiamo quindi quasi soffocato il nostro ego per evitare di aggiungere troppo". Importante anche l'ambientazione a Milano, città natale di Bentivoglio che da anni vive a Roma: "Anche se è molto cambiata, mi sono formato al Piccolo, la Milano che ricordo io è completamente diversa da quella di oggi, dove c'è piazza Gae Aulenti c'era un tiro a segno di un Luna Park".
    Ma lei Bentivoglio ha fatto poca televisione rispetto al cinema e teatro? "E' in parte una scelta e in parte una direzione della carriera, non avevo preconcetti anche se magari preferivo il teatro. I tempi sono anche cambiati. La serialità a un attore offre la possibilità di raccontare il personaggio con spazi e tempi diversi. Quando vinsi la Coppa Volpi per Un'anima divisa in due c'era il grande Marcello Mastroianni che salutandomi mi disse 'a 'Bentivo' mo non te mette a fa' la tv...'. Ecco posso dire che ho mantenuto la promessa per più di 15 anni". Ma la tv la guarda? "Poco: i notiziari e le partite di calcio. E quando ho l'opportunità il teatro di Eduardo".
    Carla Signoris è Flora De Pisis, conduttrice dei programmi che fanno pornografia dei sentimenti. L'attrice si trincera dietro un no comment, non vuole dire a chi si ispira: "È una donna capace di chiedere: 'le hanno ammazzato i genitori, ma è fotogenica?'. Questo è il nostro atteggiamento, la tv ci rappresenta. Se ci sono professioniste che lo fanno, qualcuna mi viene in mente ma non lo dico. Flora è una iena. Il personaggio è cresciuto con i libri, nell'ultimo la rapiscono, non vedo l'ora. Rappresenta tutto il cinismo della tv che è l'esatto opposto di quello che sono io. Io leggo i copioni e imparo".
    Cosa guarda in tv? "I documentari, di tutti i tipi, da quelli su Madonna a quelli sulla storia o sugli animali. E poi i talk politici. Anche se mi fanno arrabbiare molto. Non devo condividere". (ANSA).
   

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